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VOLATA TRICOLORE

Milan, è una questione di gol: Pioli cerca il bomber scudetto

Il tecnico ha blindato la difesa, ma i rossoneri non segnano più: da Leao a Ibra, ecco cosa serve per il cambio di marcia

06 Apr 2022 - 13:07

Il caso si è ufficialmente aperto al tentativo numero 33, vano, e in fondo a una partita stregata che potrebbe pesare moltissimo in chiave scudetto. Il Milan non segna più e adesso la questione comincia a diventare preoccupante: cinque gol nelle ultime sei partite, Coppa Italia compresa, che hanno fruttato tre vittorie di misura e tre pareggi conquistati grazie, evidentemente, all'altro lato della medaglia - questo sì decisamente positivo - vale a dire agli zero gol subiti nell'ultimo mese e mezzo. Il che, volendo, è abbastanza per riaprire il solito dibattito: vince chi prende meno gol o chi segna di più? Il passato ci insegna che la miglior difesa del campionato è anche quella che quasi sempre si cuce lo scudetto sul petto, ma il cortomusismo allegriano è un rischio non calcolabile che finisce per diventare dannoso. Come? Quando, per tornare all'inizio, tiri 33 volte in porta come il Milan contro il Bologna senza cavare un ragno dal buco. 

Il punto è questo: nelle ultime stagioni la squadra poi campione magari non ha avuto il capocannoniere del campionato, ma certamente ha potuto contare su un centravanti capace di andare abbondantemente oltre la doppia cifra. Per capirci, mentre Ronaldo ha fatto il suo con la Juve negli ultimi due scudetti, l'anno scorso Lukaku ha chiuso alle spalle del portoghese ma ha pur sempre messo a referto 24 gol. Il Milan, invece, nonostante il primo posto in classifica, al momento non ha nemmeno un giocatore a quota 10 gol: 8 è il numero "magico" di casa Pioli, con Leao, Ibra e Giroud sulla stessa linea di galleggiamento. Dietro a loro il vuoto o giù di lì e dall'altra parte del guado, pur senza grandi squilli, il conto è ben altro: 14 gol di Lautaro e 12 di Dzeko nell'Inter - con Calha a quota 7, solo uno in meno del miglior marcatore rossonero; 11 gol di Osimhen (in grande ascesa tra l'altro) e 8 di Insigne nel Napoli. Se lo scudetto si assegnerà ai punti, i punti saranno certamente da ricercare alla voce gol fatti.

Ma perché il Milan segna così poco? Banalmente la risposta potrebbe essere perché Ibrahimovic ha saltato di nuovo mezzo campionato e, nei fatti, è il solo giocatore della rosa di Pioli in grado di segnare con continuità. Giroud non ha mai segnato troppo in carriera e il suo lavoro, utilissimo, è spesso quello di fare da sponda per gli inserimenti dei compagni. Leao, invece, che avrebbe potenzialmente la possibilità di garantire almeno 15 gol a campionato, continua a essere troppo discontinuo, un po' "gigione", certamente troppo poco cattivo per un attaccante con la sua, enorme, qualità.

Il cambio di marcia, insomma, in quella che sarà una volata scudetto dura e in bilico fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata, va ricercato qui. Magari anche nei gol, che mancano, di Rebic, o in qualche rete in più dai centrocampisti. Perché se la difesa adesso sfiora la perfezione - e diciamo sfiora per il gol subito contro l'Udinese, l'unico delle ultime sei partite - l'attacco va ritrovato subito. A partire dalla trasferta di Torino contro i granata e, se serve, anche rischiando il doppio centravanti almeno nel finale delle partite. Dato che è diventata una partita di poker, per lo scudetto tocca rischiare qualcosa. Non dimenticandosi che bluffare, in questo gioco scudetto, è l'unica cosa che non si può fare.  

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