CASO DOPING

Pogba al bivio: accordo con la Procura o processo. Rischia almeno 2 anni di stop

Giorni cruciali per il futuro del calciatore della Juventus; con un accordo potrebbe limitare i danni  

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Sospeso in via cautelare, e lontano dalla Continassa (si sta allenando da solo nella casa di Torino con un personal trainer), Paul Pogba conoscerà presto cosa ne sarà del suo futuro. Il francese, risultato positivo al testosterone lo scorso 11 settembre (le controanalisi lo hanno confermato), rischia quattro anni di squalifica, salvo accordi con la Procura nazionale antidoping. Con quest'ultima appunto, visto che il Tas di Losanna non entrerà in gioco come sperava l'entourage dell'ex Manchester United. In sostanza il 30enne centrocampista verrà giudicato in Italia: se dovesse ammettere le proprie responsabilità, la pena potrebbe dimezzarsi, e quindi scendere a quota due anni. Molto dipenderà dalla capacità della difesa di Pogba: se non riuscirà a convincere i giudici che la sostanza è stata assunta in maniera inconsapevole, il 10 bianconero rischia grosso.

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Le indagini della Procura comunque, stanno proseguendo e il passaggio spiegato in precedenza è fondamentale: se il quadro che verrà fuori è quello di un Pogba che ha assunto volontariamente il testosterone, il deferimento arriverebbe nel giro di dieci giorni come scrive La Gazzetta dello Sport. A quel punto il classe 1993 avrebbe venti giorni circa per decidere il da farsi: accordo e possibilità di ridurre la pena, oppure andare avanti col processo di fronte al Tribunale Nazionale (inizio dopo circa 40 giorni dalla decisione). Con la prima strada non ci sarebbe la possibilità di un appello, con la seconda invece potrebbe entrare successivamente in scena pure il Tas di Losanna. 

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