Sconfitta amara allo Stadium, ma che può essere d'insegnamento per i bianconeri in vista del finale di stagione
La Juventus sembra aver dimenticato come si fa a vincere in campionato, col ko contro il Napoli che segna la terza sconfitta consecutiva di una stagione con pochi alti e tanti bassi. Ma la débâcle interna contro i futuri campioni d'Italia lascia meno amaro in bocca rispetto alle sconfitte precedenti, con una Juventus diversa e più intensa nonostante l'ampio turnover deciso da Allegri. Una Vecchia Signora più sciolta e capace di mettere in campo quell'orgoglio che i tifosi bianconeri volevano vedere in un match importante, ma non di certo decisivo, contro gli azzurri.
Una Juventus diversa. Sì, perché quella di questa stagione non può di certo essere descritta in maniera differente, perché i bianconeri sono lontani parenti di quelli che negli ultimi anni hanno dominato in Italia. Lo si sapeva già, la speranza era quella di sfruttare quel moto d'orgoglio per chiudere la stagione in lotta per posizioni di rilievo. Sarà corsa al secondo posto, giustizia sportiva consentendo, ma anche quella per le coppe.
Archiviata la sconfitta col Napoli, infatti, gli uomini di Allegri devono subito voltare pagina e pensare all'Inter per il ritorno delle semifinali di Coppa Italia con l'obiettivo di centrare la finale del prossimo 24 maggio con una tra Fiorentina e Cremonese (più Viola dato il 2-0 dell'andata, ndr), poi la testa andrà inevitabilmente al doppio match contro il Siviglia (11-18 maggio) per le semifinali di Europa League. Due obiettivi alla portata dei bianconeri, che possono ancora alzare al cielo due trofei importantissimi per la stagione.
Voltare pagina dopo il ko interno col Napoli, ma lasciando l'orecchia sul foglio appena scritto per ricordarsi di una buona prestazione, nonostante il risultato. "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" ripetono sempre in coro i bianconeri, ma la sconfitta contro gli azzurri può essere d'insegnamento. Con ampio spazio al turnover, appunto in ottica Inter, la Juventus di Massimiliano Allegri è sembrata comunque più sciolta, quasi alleggerita dal peso di quelle responsabilità da dentro o fuori. Bianconeri più propositivi e attenti rispetto alle recenti gare contro Sporting e Lazio, più concentrati e capaci di tenere botta contro un Napoli che solo tre mesi fa aveva passeggiato agilmente al Maradona in un 5-1 difficile da dimenticare.
Un match equilibrato, privo di grandi emozioni se non nel finale, che ha consegnato ad Allegri una Juventus diversa, di sicuro una delle migliori delle ultime uscite. C'è di certo rabbia e rammarico per non aver sfruttato le occasioni, per non aver concretizzato come dovuto e per essersi visti annullare un gol su uno degli episodi che farà ancora discutere. Ma l'unica vera disattenzione costa il ko, con Raspadori lasciato indisturbato sulla sinistra sul cross di Elmas, uno di quegli errori commessi troppe volte e da non ripetersi più se l'obiettivo è tornare a vincere. Ma una Juventus con spirito diverso che può imparare tanto da una sconfitta che è comunque importante per ritrovare quello orgoglio che può spingere i bianconeri a chiudere la stagione col sorriso e proiettarsi alla prossima con fiducia. Perché Allegri è certo: "L'anno prossimo lotteremo per lo scudetto".