30 anni fa proprio contro i gialloneri nacque il 'gol alla Del Piero'. Kenan non può sottrarsi al proprio destino...
Yildiz o se preferite Yldiez; perché quando nel nome c'è scritto tutto è difficile sottrarsi al destino. Il gol, ma soprattutto la prestazione, contro l'Inter, sono la conferma di come il talento turco, con i suoi vent'anni, sia già pronto ad essere il leader di questa Juventus. Del resto, uno che fa tutte le cose bene, come ha detto il suo allenatore Tudor, non si può tirare indietro e a rivedere il gol di sabato scorso non possiamo che pensarla così.
Un gol da campione perché prima che arrivi il pallone, Yildiz sa già quello che dovrà fare subito dopo, controllo orientato, tocco e destro secco. Il decimo in Serie A con la Juventus del numero dieci, con quel paragone che lo accompagna sempre... "Lui gioca a calcio, poi siete voi che fate i paragoni" ha provato a difenderlo Tudor.
Paragoni che però vengono da soli e che vengono alimentati dal diretto interessato, come un anno fa, il 17 settembre in Champions League contro il PSV: gol alla Del Piero ed esultanza con tanto di linguaccia: "Sono molto contento per il primo gol e anche per come l'ho fatto - dichiarò dopo la partita - per questo ho esultato con la linguaccia"
Un paragone ingombrante dal quale dunque Kenan non si sottrae, anzi, e non è strano che quando torna la Champions tutto torni. La Juve sfida il Borussia Dortmund e nella mente si ripresenta proprio quel gol lì... Il giorno in cui nacque il gol alla Del Piero e i paragoni si facevano con Platini: "È sempre stato lui il mio modello" disse all'epoca Alex.
30 anni dopo, tre volte dieci: da Platini a del Piero fino a Yildiz, il calcio non cambia mai e neanche la Juventus, perché chi porta quella maglia, con quel nome, non può sottrarsi al proprio destino...