L'INTERVISTA

Juventus, Buffon: "Calciopoli l'ho vissuta male. L'arbitro Oliver? Qualcuno lo prese a pugni..."

L'ex portiere bianconero, ora al Parma, ripercorre alcuni dei momenti chiave della sua carriera: "I due anni da secondo scelta che rifarei"

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A 44 anni compiuti Gigi Buffon non ha ancora intenzione di appendere i guantoni al chiodo. Il portiere del Parma, che ha un contratto fino al 2024, ha parlato a La Stampa rilanciando le sue ambizioni, ma anche ripercorrendo alcuni dei momenti chiave della sua lunghissima carriera, a partire dalla retrocessione in Serie B con la Juventus: "Calciopoli l'ho vissuta male - ha ammesso -. Ero reduce dalla vittoria di Berlino e decidere di rimanere a Torino era una scelta pesante. La Juve ha pagato più di tutti, ma c’erano anche altre società e dirigenti… Volevo dare un segnale forte dire grazie alla gente e alla società. C’era la motivazione per dare qualcosa indietro: avevo avuto tanto e dovevo restituire".

La sofferenza di quell'anno sarebbe poi stata ripagata da una vittoria che lui stesso ha definito la sua più grande gioia in bianconero: "Il primo scudetto con Conte, perché aveva dato senso alla scelta di rimanere anche in Serie B nel 2006".

Tra gli episodi più controversi della sua esperienza in bianconero vi fu l'espulsione nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League 2017/18, quando fu cacciato dall'arbitro inglese Oliver dopo le proteste per il rigore assegnato agli spagnoli in pieno recupero, poco prima che la partita andasse ai supplementari: "Quella è la partita di cui vado più orgoglioso (la Juve rimontò lo 0-3 incassato allo Stadium segnando 3 gol al Bernabeu, ndr). Ancora adesso non ho capito perché mi ha espulso, non l’ho offeso. Temo che qualcuno dei miei compagni gli abbia tirato due cazzotti sulle costole, ma non ero io e mi sono preso il rosso. L’importante comunque è battermi sempre per qualcosa".

Ora ci sono altri obiettivi, come quello di riportare il Parma in Serie A: "Non pensavo di mantenere un tale livello di prestazioni a questa età, ma ho capito che servono degli obiettivi e questi si creano strada facendo. Non sono immortale e so che smetterò, ma potevo farlo 4 anni prima di andare al Psg e invece sono qua e non voglio deludere la gente di Parma. Le parole 'sempre' e 'mai' nella vita non si possono dire".

Prima dei gialloblù, ci sono state le due stagioni da vice di Szczesny in bianconero: "I due anni da secondo portiere è una scelta che rifarei. Mi sono serviti perché se gioco ancora è grazie alla rabbia sportiva immagazzinata per non essere stato in campo da protagonista: è diventata energia positiva".

Infine un pensiero per un compagno di mille battaglie, Chiellini, che sta per lasciare la Juve e volare negli Stati Uniti: "Giorgio è un uomo e uno sportivo unico e merita il massimo degli auguri e della fortuna. Devo aspettare qualche giorno per sentirlo a modo mio, voglio far decantare le sue emozioni".

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