LE PAROLE

Juve, senti Buffon: "E' ora di vincere qualcosa di importante"

Il portiere bianconero su Conte: "Gli voglio un bene dell'anima"

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Dal palco del Festival dello Sport di Trento, Gigi Buffon ha parlato del suo rapporto con Antonio Conte: "Gli voglio un bene dell'anima, è stato mio compagno di squadra, mio capitano e poi mio allenatore". Su Ronaldo. "Cristiano è un ragazzo a modo, interagisce con i compagni, è stata una piacevole scoperta - ha spiegato il portiere della Juventus -. Pallone d'Oro? Se lo vince è perché la Juve ha conquistato qualcosa di importante. Sarebbe anche ora". 

Pur senza nominarla è la Champions League quel trofeo importante da alzare al cielo a fine stagione, il modo migliore per chiudere una carriera leggendaria. Per Conte solo parole al miele, nonostante il passaggio all'Inter che molti tifosi juventini hanno visto come un tradimento. "Lo conosco come persona e professionista, ha un alto grado di professionalità e correttezza verso il gruppo - ha spiegato Buffon -. Non dorme la notte se la sua squadra non capisce cosa chiede. I tifosi? Li capisco se ci rimangono male, ma Antonio va stimato perché ha dato tutto per la Juve e ha ottenuto risultati. Le scelte si possono discutere, ma quel che ha dato e ricevuto dalla Juve è qualcosa di importante. Lui è sicuramente l'allenatore più duro, Sarri il più pignolo".

L'aneddoto su Ronaldo. "Dopo la rovesciata gli chiesi quanti anni avesse e mi rispose: '33, non male vero?'. Pensai 'che figlio di...'. Se non li puoi combattere, unisciti a loro. A proposito di fenomeni, ecco perché ho accettato il Psg. Se non stai con i migliori, fai fatica a capire cosa significa essere un campione".

La mitica BBC. "Il nostro è un rapporto che pochissime volte nasce in un mondo normale. A loro va un grande plauso, non c'era competizione con me ma tra loro. Abbiamo fiducia totale, ci vogliamo bene e ci apprezziamo come persone".

I motivi del ritorno alla Juve. "Riguarda anche un riassetto famigliare dopo l'anno a Parigi. Andare via mi ha reso una persona più completa, ringrazio il Psg perché senza di loro avrei smesso di giocare. Sentii il richiamo di casa ripensando alla famiglia, ho deciso per questo di tornare a Torino. Si chiude il cerchio con i compagni di una vita, anche se con un ruolo meno importante rispetto a prima. Sono comunque soddisfatto, vedere che i compagni mi osservano mi dà la forza di giocare ancora".

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