LA CELEBRAZIONE

Juve, lo Stadium celebra Chiellini con coreografia e standing ovation

Grande festa per il capitano bianconero, all'ultima partita in casa con la maglia della Juventus

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Diciassette minuti, uno per ogni anno in maglia bianconera. Il tempo di godersi la coreografia che lo Stadium gli ha dedicato e di prendersi la meritata standing ovation. Giorgio Chiellini saluta così la Juve all'ultima recita nel suo stadio. Il capitano bianconero è stato accolto con una coreografia speciale: migliaia le bandierine bianco e nere posizionate sui seggiolini dell'impianto, con alcune di colore giallo a formare la scritta "Chi3llo" nel settore est. Al minuto 78', grande commozione e applausi a scena aperta anche per l'uscita dal campo di Paulo Dybala, anche lui ai saluti con lo Stadium. Il pubblico bianconero si è alzato tutto in piedi per applaudire un campione amatissimo. L'argentino è stato abbracciato da tutti i compagni e, una volta uscito, prima da Max Allegri e poi da Giorgio Chiellini, che gli aveva lasciato la fascia lasciando il terreno di gioco.

CHIELLINI: "ORA POTRANNO MATURARE. GLI USA? L'ESTERO MI ATTRAE DA ANNI"
"I ragazzi dopo essere stati guidati e un po' coccolati hanno bisogno di prendersi le loro responsabilità: in parte li ho aiutati e in parte ho tarpato le ali di qualcuno. Gli Usa? L'estero mi attrae da anni, sarei pronto alla mia nuova vita solo dando uno sguardo al di fuori dalla mia vita abituale", ha detto Chiellini a fine gara. 

E ancora: "La mia vera partita l'ho fatta mercoledì scorso, l'ultima vera la voglio fare in Nazionale, tutto questo che è successo in mezzo è festa". Per celebrare l'ultima notte all'Allianz Stadium di Giorgio Chiellini sono arrivati i compagni di una vita e di tante vittorie, da Barzagli a Buffon, da Pjanic a Marchisio. Anche se il punto interrogativo sulla possibilità di un futuro negli Stati Uniti resta: "Onestamente non lo so, devo confrontarmi in casa: un'esperienza all'estero è qualcosa che mi attrae, da dieci anni come sa chi mi segue, perché arricchisce a prescindere dalle performance, proprio a livello culturale - ha detto a Dazn -. Penso che per il futuro uno sguardo al di fuori della mia vita abituale, cioè la Juventus che conosco benissimo, devo darlo, altrimenti non penso che sarei pronto per la mia nuova vita".

 "La lunga storia che mi ha portato fino a qua mi rende felice e orgoglioso - ha detto ancora -. Lascio con gioia e serenità perché è una decisione maturata in mesi e non in giorni. Ho sempre detto che avrei voluto lasciare a livello alto e ci sono riuscito. È stata sicuramente un'annata difficile per tutto la Juve ma in cui ho dimostrato che quando sono riuscito a preparare le partite poi sono riuscito a giocarle al mio livello. Ora la Juventus ha bisogno di ripartire e anche i ragazzi dopo essere stati guidati e un po' coccolati hanno bisogno di prendersi le loro responsabilità e di maturare: in parte li ho aiutati e in parte ho tarpato le ali di qualcuno. Ora farò il tifo per loro e cercherò di stare vicino, da vicino o da lontano a seconda di quale sarà la mia decisione".

Il Mondiale mancato ha accelerato l'addio? "È chiaro che ha accelerato tutto, l'idea mia sarebbe stata di arrivare al Mondiale, era un pallino che mi era venuto dopo l'Europeo vinto. Naturalmente lasciando spazio anche agli altri perché non riesco a giocare le partite ravvicinate che vorrei. Ma lascio anche la Nazionale con un gruppo di ragazzi giovani e forti, il futuro è in buone mani. Bastoni è un difensore fortissimo ma sarà ricordato nella storia non come il nuovo Chiellini ma come Alessandro Bastoni".

 

LE IMMAGINI DI DYBALA

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