L'ANALISI

Juve fragile e confusa: difesa horror, poca tecnica e tanta paura

La sconfitta col Sassuolo ha fatto riemergere le fragilità degli uomini di Allegri: Gatti, Szczesny e Vlahovic i peggiori, ma sono in pochi a salvarsi

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In casa Juve il tonfo al Mapei Stadium fa molto rumore. Non tanto per il risultato, quanto per come è maturata la sconfitta e per il messaggio che lancia in un momento che avrebbe dovuto dare un'accelerata alla stagione e iniziare a delineare le ambizioni del gruppo. Contro il Sassuolo i bianconeri non solo hanno incassato quattro gol sbagliando completamente l'approccio mentale alla gara, ma hanno anche dimostrato di avere ancora poche armi e personalità per giocarsela alla pari con le prime della classe per un posto in Champions League. Un verdetto duro, ma corretto per quello che si è visto sul campo. 

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Nella deblacle di Reggio Emilia, la banda di Allegri del resto ha sostanzialmente mostrato fragilità importanti in ogni reparto. A partire dalla difesa horror. Contro Berardi & Co., Gatti e Szczesny sono andati letteralmente in tilt, segnando il match con errori imbarazzanti. Incertezze che hanno delineato indelebilmente l'inerzia del match e il risultato. Anche perché nemmeno il resto della squadra è stato all'altezza. Anzi.

Alle prese con un Boloca inesauribile e un Matheus Henrique ordinato e aggressivo, il centrocampo bianconero non ha retto l'urto, evidenziando problemi di ordine tattico, fisico e tecnico. Lento e prevedibile, Locatelli è sparito nella battaglia limitandosi a fare maluccio il "compitino" davanti alla difesa. Discorso diverso invece per Rabiot e Miretti: disordinato e anarchico il primo, troppo morbido e "leggerino" il secondo. Atteggiamenti che insieme a un po' di confusione generale hanno caratterizzato la prestazione in "cabina di regia" dei bianconeri e influito anche sulla prova degli esterni. Soprattutto di Kostic, autore di una partita timida, zeppa di paura e di giocate troppo semplici per far saltare il banco dalla sua parte.

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Infine discorso attacco. Al netto della buona prova di Chiesa, l'unico a salvarsi davvero insieme in parte a McKennie con i suoi strappi e le sue giocate, a Reggio Emilia la Juve davanti ha sbagliato moltissimo, mostrando un Dusan Vlahovic in versione 2022/2023. Nervoso e mai al centro del gioco, l'attaccante serbo ha fatto un passo indietro importante rispetto alle prime uscite stagionali, evidenziando le solite fragilità tecniche e caratteriali. Problemi che rischiano di tornare a pesare non solo nella testa del serbo, ma anche nei piedi e nelle gambe. Per giocare a certi livelli, del resto, servono rapidità, lucidità e precisione. Caratteristiche che questa Juve ora sembra non avere. 

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