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NAZIONALE

Italia, Gravina svela: "Spalletti non l’avrei mandato via. Mancini voleva tornare ct"

Il presidente della Figc in un'intervista al Corriere dello Sport: "Con me fuori vinciamo i Mondiali? Se ne fossi certo farei passo indietro"

di Marco Mugnaioli
03 Dic 2025 - 12:11
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"Se Roberto Mancini si era proposto per tornare? È vero. Ci ho parlato. Aveva dato la sua ampia disponibilità". Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ripercorre nel corso di un'intervista al Corriere dello Sport i giorni dell'addio alla panchina azzurra di Luciano Spalletti e della scelta di Gennaro Gattuso: "Nel Club Italia il dialogo è costante. A marzo 2025 avevamo già contattato Rino per coinvolgerlo: gli avrei affidato l'Under 21. Avremmo voluto a bordo anche Baldini. Così quando c'è stata l'occasione li abbiamo chiamati entrambi".

Gravina è tornato poi sull'esonero dell'attuale allenatore della Juve: "Se andava esonerato prima di Norvegia-Italia? Io non l'avrei mandato via neanche dopo. Mi accusarono di non essermi presentato alla conferenza in cui il ct annunciò la fine del rapporto? Ero presente alla conferenza in cui annunciò l'esonero ma essendo la conferenza Uefa della vigilia, non potevo intervenire. C'era un accordo? Sì, che alla fine di quella conferenza io e Luciano, insieme, avremmo annunciato la risoluzione". Quindi lui l'ha anticipata? "Sì, è crollato alla prima domanda. Non ha trattenuto la sua esplosione di rabbia. Ma è stata una reazione da italiano vero". 

"Non c'è una norma che mi impone di fare un passo indietro", ha detto poi Gravina parlando dell'eventualità del terzo fallimento Mondiale consecutivo, ma sottolineando anche che in caso di mancata qualificazione "delle riflessioni personali le farei". "A chi mi dice 'vai a lavorare' rispondo: se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali? Se ne avessi la certezza, sarei il primo a farmi da parte. Per questo sono un uomo sereno", ha aggiunto poi il presidente Figc prima di parlare della riforma dei campionati: "Prima di marzo dobbiamo aprire il tavolo - ha detto - La riforma dovrà essere radicale. In Italia abbiamo 100 società professionistiche rispetto alle 92 dell'inghilterra, che ha due livelli di professionismo. Nella nostra Serie B il 35% del turnover surriscalda il sistema e lo indebita. Il concetto di mutualità tra le leghe ha una percentuale altissima in termini di divario. Non può ridursi tutto a 'Serie A a 18 sì o no'. Serve il consenso di tutte le leghe", ha aggiunto.