VERSO INTER-LAZIO

Inter, Conte: "Resettiamo il derby, Lazio sfida impegnativa"

Il tecnico nerazzurro contro i giornalisti che fomentano l'odio: "Li caccerei a calci in culo"

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Reduce dalla vittoria nel derby, l'Inter cerca il pokerissimo domani a San Siro contro la Lazio. "E' un ostacolo impegnativo, tra i più difficili da inizio stagione - ha spiegato Conte - Inzaghi è un bravissimo allenatore, forse sottovalutato. Dovremo fare attenzione: resettiamo il derby. Crescita? Siamo ancora alla 5a giornata. Mi piacerebbe aprire un ciclo". Sui giornalisti che fomentano l'odio: "Li caccerei a calci in culo".

LA CONFERENZA DI CONTE
Ostacolo molto impegnativo dopo il derby, la Lazio.

"E' un ostacolo impegnativo, tra i più difficili da inizio stagione. Una squadra con una propria identità, da diversi anni sta lavorando con Simone Inzaghi, un bravissimo allenatore forse sottovalutato. Dovremo fare attenzione perché l'avversario è forte ed è migliorato negli anni a testimonianza del fatto che c'è un grande progetto. Dobbiamo sapere che domani sarà una gara complicata e ci vorrà la spinta di tutti".

Questione razzismo. Conferma quanto detto da Infantino?
"Poi ti ritrovi degli articoli da parte di qualche giornalista in cui si scrive che io verrò ricoperto di insulti nel corso di Inter-Juventus. Lì rimango sbalordito perché chi scrive e parla dovrebbe avere più senso di coscienza e capire cosa provoca, che sentimento trasmette a chi legge. Ora c'è penna libera. Se fossi un direttore di giornale li caccerei a calci in culo. Cerchiamo di guardarci. Chi scrive o chi parla sta sempre dalla parte della ragione. E' come le sostituzioni, al 95' sono bravi tutti a farli. Chi scrive e comunica ha una responsabilità in più perché chi scrive e comunica viene riportato dai social e alimenta una spirale di odio e insoddisfazione. Perché? Perché fa più presa? A me dà veramente fastidio vedere questo o suggerire di insultare una persona durante una partita".

Chi è più indietro ti può aiutare in queste gare ravvicinate?
"I ragazzi stanno lavorando per allargare la base dei titolari. Nelle partite non puoi giocare a marce basse, devi sempre spingere. Per noi sarà importante allargare quella base, al tempo stesso io lo faccio se vedo che mi danno determinate garanzie. Alcuni rischi dovrò prenderli".

Sanchez in cosa lo vedi indietro?
"Vale per tutti i giocatori. Quando sarà pronto verrà inserito e come lui Biraghi, Lazaro e Bastoni. Io faccio l'interesse dell'Inter e non faccio favori a nessuno".

Godin e de Vrij hanno avuto problemi fisici. Possono sostenere tre gare in pochi giorni?
"Godin ha giocato la partita contro l'Udinese e poi ha riposato in Champions. De Vrij ha avuto un piccolo affaticamento ma per via della posizione può giocare tante partite. Sono ragazzi allenati, che stanno bene. Dovrò fare delle scelte tenendo in considerazione tutto. Alcune volte dovrò prendere dei rischi".

Chi ti ricorda Lukaku tra gli attaccanti che hai allenato? Quanto merito suo c'è dei gol segnati dai centrocampisti?
"Di Lukaku si è detto tutto, sapete cosa ne penso e mi sembra superfluo ripeterlo. Sono contento dei gol dei centrocampisti perché al di là di chi segna è importante vincere le partite e fare gol. Più frecce abbiamo al nostro arco e meglio è. Anche in passato nelle mie squadre i centrocampisti hanno avuto un ruolo determinante".

Tra tre partite c'è la Juve. Temi che questa partita possa distrarre?
"Noi dobbiamo pensare partita dopo partita. Concentriamoci sull'oggi, che il domani è incerto. Concentriamoci sul far bene nel presente. Domani sarà una partita molto difficile contro una squadra molto forte che ha una chiara identità. Sono sempre stati protagonisti negli ultimi anni e hanno vinto la Coppa Italia a testimonianza del lavoro fatto da società e allenatore. Per noi è un'altra verifica. E' inevitabile che se entriamo in campo con la testa agli elogi presi nel derby significa che non abbiamo capito niente di quello che dobbiamo fare e ci aspetta. Deve essere resettato tutto nel più breve tempo possibile e capire che ci aspetta la Lazio e dovremo dare risposte importanti. Quando mi parlate di crescita dico che siamo ancora alla quinta giornata. C'è un percorso talmente lungo che non si possono fare premonizioni. Sarà un percorso lungo in cui ci sarà da cadere e bisognerà essere bravi a rialzarsi. Il tempo dirà se sapremo farlo. Vedo proclami e facili situazioni, dopo quattro giornate si parla di questo e di quello. Ho l'esperienza giusta per dire che questo viene fatto ad arte per darci qualche bella 'saccagnata'. Dovremo essere bravi a restare coi piedi per terra perché non sarà facile. Ribadisco che ci sono due squadre, il Napoli non lo state calcolando ma è molto forte. Non hanno venduto nessuno e hanno migliorato la rosa. La Juventus è molto molto forte. Poi iniziamo a considerare le altre tra cui l'Inter".

Chi avrebbe votato al Fifa Best Player? Chi aveva votato quando era ct della Nazionale?
"Non ricordo, a casa mia si dice "se non è zuppa è pan bagnato". Ronaldo o Messi, come scegli non sbagli. Come detto in altre circostanze stiamo parlando di giocatori che ogni anno fanno 40-50 gol. Sono due fantastici fuoriclasse che stanno facendo la storia e verranno ricordati per quel che hanno dato".

Percorso lungo, ma i prossimi 10-11 giorni saranno i più difficili."Non sono d'accordo, tutti i giorni sono difficili. Lo sarà da qui alla fine del campionato. Dovremo essere bravi giornalmente a superare i vari indici di difficoltà, che si superano solo con la serietà del lavoro. Non ci dovremo far prendere né dall'entusiasmo né dallo scoramento".

Ti ci rivedi in Barella?
"Nicolò ha caratteristiche precise e ampi margini di crescita. E' un generoso come lo ero io, è un ragazzo che sprizza energia da tutti i pori, dovremo essere bravi a incanalare l'energia dove vogliamo. Tante volte ci sono sprechi di energia, ma stiamo parlando di un ragazzo che ha potenzialità alte, lavora e si è messo a disposizione. Voleva giocare nell'Inter. Ci sono tutti gli ingredienti affinché diventi una colonna dell'Inter".

Godin ha detto che avete caratteristiche in comune con Simeone.
"Anche calcisticamente eravamo due calciatori molto simili, era uno tosto che non mollava mai. Ora sta facendo un'ottima carriera da allenatore, ha trovato il suo posto ideale, ha portato la sua filosofia, la sua idea. Io rispetto a lui sono stato più girovago, stiamo parlando di un grandissimo tecnico. Le sue squadre sono sempre difficili da affrontare".

Si vedrebbe all'Inter tanti anni come Simeone all'Atletico?
"Quando inizi un nuovo progetto la speranza è che sia lungo e duraturo. Più stai in un club e più significa che vengono assimilate le tue idee, puoi lavorare con un gruppo di persone che ti conoscono e possono solo migliorare. Puoi apportare delle modifiche e crescere. Per un allenatore rimanere tanti anni in un club sarebbe la cosa migliore ed è quel che auspico accada prima o poi perché il massimo che ho fatto in un club sono stati tre anni. Aprire un ciclo da un punto di vista lavorativo sarebbe molto più semplice, perché non ricominci da capo da situazioni di tabula rasa e non è semplice perché poi devi trovare le persone che ti possono supportare in tutto. Mi dai anche un assist perché devo ringraziare in questo mio inizio all'Inter il lavoro che sta facendo Lele Oriali. So cosa sta facendo e so cosa sta facendo lo stesso Zanetti. Adesso sarà importante proseguire su questa strada ma ho avuto la fortuna di avere qui persone molto vicine, che credono in quel che stiamo facendo. A loro va un grosso grazie".

A che punto del processo siamo con la costruzione da dietro da parte dei difensori?
"Skriniar ha grandissima personalità, quando gli chiedo le cose cerca di farle. E' inevitabile che qualcosa è cambiato rispetto al passato. Quando trovi dieci giocatori dietro la linea della palla per noi è importante avere difensori che fanno da primi registi. Ci stiamo lavorando e questo completerà ancor di più i nostri calciatori. Il calcio moderno è un calcio totale, non si può pensare che il difensore deve solo difendere. Deve fare anche questo perché la si sta un po' perdendo, ma significa anche coinvolgere dieci giocatori in fase di costruzione. Ognuno deve avere il compito di cercare di costruire ed essere coinvolto nell'azione offensiva così come gli attaccanti nella fase di non possesso. Il gioco moderno coinvolge undici giocatori compreso il portiere e tutti la devono pensare nella stessa maniera".

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