Contro Verona e Kairat tornati a galla vecchi vizi che nemmeno il tecnico piacentino riuscì a risolvere: superficialità e presunzione
di RedazioneSembra paradossale venire criticati dopo due vittorie, ma contro Verona e Kairat Almaty l'Inter ha mostrato crepe che hanno riportato alla mente problemi mai davvero risolti. I cali di tensione dopo essere andati in vantaggio (vedi la partita con l'Hellas) e la presunzione contro le medio-piccole (vedi l'incontro con i kazaki) sono problemi ormai atavici del gruppo ereditato da Cristian Chivu. Se contro l'Hellas l'approccio era stato buono salvo poi smettere di giocare dopo il gol dell0 0-1 di Zielinski, il vero allarme è scattato nell'ultima uscita contro il Kairat. I nerazzurri, per stessa ammissione dei protagonisti in campo (vedi le dichiarazioni di Dimarco e Carlos Augusto), hanno chiaramente sottovalutato l'impegno, sfiorando la clamorosa frittata.
Il tecnico romeno, che nel post di Verona aveva minimizzato la performance sottotono dei suoi, è stato molto duro dopo la figuraccia scampata in Champions League. Davanti alle telecamere si è preso le responsabilità per la serata no dei suoi ("Non sono stato in grado di far capire ai calciatori l'importanza e la difficoltà di questa sfida") ma dentro lo spogliatoio sembra sia stato molto diretto con la squadra: mai più approcci così.
Il gruppo però sembra non imparare la lezione nonostante le batoste degli ultimi anni: la lista dei trofei persi per superficialità si sta allungando. Adesso l'Inter è attesa da una serie di partite in cui sarà difficile sottovalutare l'impegno: la Lazio in casa prima della sosta, poi Milan e Atletico Madrid. Un trittico che dirà tanto sulle reali ambizioni in questa stagione dei nerazzurri: gli scontri diretti continuano a essere un tasto dolente per l'Inter che, in questa stagione, ne ha già persi due contro Juve e Napoli. Se Chivu e i suoi hanno ambizioni di tricolore, servirà un cambio di passo anche sotto questo aspetto.