L'armeno: "Troppa pressione su Pio Esposito, a lui e Bonny dico di essere più egoisti. Daremo tutto per riprenderci lo scudetto"
Cominciamo dalla fine, da quella frase che, decontestualizzata dal concetto che aveva espresso, dopo il finale della scorsa stagione è diventata presto un meme dal quale fa ancora difficoltà a scrollarsi: "Avevo detto 'ingiocabili' ma anche che a volte ci sentivamo troppo forti perdendo concentrazione? Sì, è stato un problema evidente. Dobbiamo evitare di cadere in quell'errore ma resto dell'idea che se ci alleniamo bene e ci sacrifichiamo, per l'Inter tutto diventa possibile: non è arroganza, ma voglia". Firmato, se c'era bisogno di dirlo, Henrikh Mkhitaryan.
Il centrocampista armeno parla alla Gazzetta dello Sport, questo il pensiero sulla gestione Chivu: "Parto dal presupposto che cambiare fa bene. Da noi tutti sono aperti al cambiamento, se vuoi vincere devi adattarti e non lamentarti se no distruggi l'equilibrio di squadra. Cosa è cambiato da Inzaghi? Chivu è diverso, anche se certe cose che facciamo somigliano al passato. Andiamo più in verticale e cerchiamo la finalizzazione con più aggressività, anche se poi bisogna capire se e quando puoi farla perché dipende pure dall’avversario. Si tratta di dettagli, che poi però fanno la differenza".
"Cura i dettagli ed è meticoloso, gli allenamenti sono duri e intensi. Confondono tutti ma danno anche più stimoli. È stato bravo a farci voltare mentalmente pagina, il passato non si cambia ma il futuro si può scrivere" dice Mkhitaryan. A tal proposito: "Bisogna pensare positivo, per esempio nessuno deve credere in partenza che non avremo più la chance di giocare una finale di Champions. Anzi, devi avere più fame per riprovarci. E faremo di tutto per riprenderci lo scudetto anche la classifica dice che ci sono 5-6 squadre che possono vincerlo".
A 36 anni è logico dare consigli a chi è più giovane di lui: "Sucic è serio come me, si applica e ama imparare. Avrà un grande futuro, farà le fortune dell'Inter nei prossimi anni. Troppa pressione su Pio Esposito? Sì, e non mi piace. Gli serve il giusto tempo, vedrete che l'Italia si godrà questo tesoro. A lui e a Bonny dico di essere più egoisti: è giusto il lavoro per la squadra ma alla fine gli attaccanti sono valutati per i gol. Gli dico: siete voi che dovete farci vincere!".
Da un estremo all'altro: "Modric è un esempio per chi ama il calcio, secondo me ne ha ancora per 3-4 anni a livelli altissimo. Per quanto mi riguarda in generale voglio giocare a pallone il più lungo possibile. Ma a una condizione: che sia capace di dare ancora qualcosa, se no dirò arrivederci e grazie".