L'ANALISI

Inter, non è più un caso: poco cinismo ed errori individuali. E Handanovic...

Conte punta il dito contro i "numeri impietosi" degli attaccanti ma anche gli svarioni difensivi, portiere compreso, minano la continuità di risultati

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L'andata della semifinale lascia l'amaro in bocca all'Inter, passata in vantaggio contro la Juventus prima di spianarle la strada per la rimonta e incapace di arrivare al pareggio nonostante una ripresa in pieno controllo. Allo Stadium, nonostante il rientro di Lukaku (inchiesta Figc permettendo) e Hakimi ma mancheranno per squalifica Vidal e Sanchez, sarà dura ma in questo momento lo sguardo di Antonio Conte va forse oltre, al prosieguo della stagione in campionato, perché, arrivati a febbraio, dover sottolineare un'altra volta come a fare la differenza siano stati la mancanza di cinismo davanti alla porta e gli errori individuali in fase difensiva porta a pensare che queste siano caratteristiche insite nella squadra più che un momento o un episodio.

conte inter
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Abbandonato "l'esperimento" di inizio stagione con modulo più propositivo e trequartista quasi forzato e tornato al classico 3-5-2 a partire dalla gara col Sassuolo, il tecnico nerazzurro aveva limitato i danni, sperando anzi di cancellare del tutto i difetti. Gli errori erano diminuiti e ne aveva beneficiato almeno il dato dei gol subiti mentre davanti si è sempre registrata una certa difficoltà a concretizzare tutte le occasioni create, un vero spreco perché l'Inter di quest'anno quasi sempre comanda la partita e si mette nelle condizioni di potersi creare un buon vantaggio a livello di risultato.

Eppure i numeri degli attaccanti "sono impietosi" per usare le parole di Conte nella conferenza post Coppa Italia. va da sé che l'appunto è rivolto maggiormente a Lautaro Martinez (che ora sembra essersi sbloccato) e soprattutto a Sanchez più che a Lukaku, davvero imprescindibile per questa squadra. Quando poi il pasticcio è doppio perché ci si mette pure la difesa, il danno è fatto e difficilmente recuperabile contro squadre come la Juve.

A proposito del raddoppio di Cristiano Ronaldo, i tifosi interisti si sono subito divisi tra chi punta il dito contro Bastoni ("Vero che la chiama ma poi non la spazza facendosi anticipare dal portoghese") o contro Handanovic ("Perché è uscito se Bastoni gli dice di restare in porta?"). Al di là dei comprensibili processi tra tifosi, c'è da segnalare un'urgenza sempre più stringente per l'Inter del futuro e riguarda proprio il portiere-capitano: una stagione, quella dello sloveno, molto al di sotto del rendimento a cui aveva abituato, meno miracoli e più errori. A 37 anni da compiere a luglio, sarà tra i primi capitoli che la società dovrà affrontare nel prossimo mercato: dargli ancora fiducia o pensare al successore?

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