L'INTERVISTA

Inter, Moratti festeggia la stella: "Senza tutto quello che sappiamo saremmo a 25 scudetti"

Il presidente più vincente della storia nerazzurra (17 trofei) dopo il trionfo nerazzurro nel derby: "Questa Inter è unica, Barella il simbolo"

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58 anni dopo la prima stella conquistata dalla Grande Inter di Helenio Herrera con Angelo Moratti presidente, la festa nerazzurra per la seconda stella è esplosa nella notte tra le strade di Milano dopo il trionfo in casa del Milan e continua anche il giorno dopo e tra chi festeggia non poteva mancare Massimo Moratti, il presidente più vincente della storia nerazzurra con i suoi 17 trofei fra cui 5 campionati e una Champions League. C'è però chi sottolinea come gli scudetti dell'Inter siano in realtà 'solo' 19 per via dell’assegnazione a tavolino di quello del 2006: "Senza tutto quello che sappiamo saremmo già a quota 25 - risponde Moratti nel corso di un'intervista a La Gazzetta dello Sport - La prima stella è arrivata in un momento di grandi vittorie, alzare trofei era abbastanza un’abitudine, ma ci sono dei cicli e vincere dieci scudetti non è facile. Se poi non ci fosse stata la Juve ci saremmo arrivati prima".

Dopo la puntura ai rivali di sempre, anche quella ai cugini del Milan: "Vincere la seconda stella nel derby? È sempre una partita speciale. E il match dell’andata aveva insegnato che se l’Inter gioca da Inter non c’è partita. È stata una gran bella cosa arrivare alla seconda stella prima di loro".

Poi la celebrazione della squadra di Inzaghi: "Per come sta in campo, questa Inter è abbastanza unica. Ti diverte sempre, non regala un calcio lento e noioso come fanno altre. È una stagione molto positiva. La seconda stella al termine di un campionato dominato mitiga la delusione della Champions, competizione crudele in cui si può andar fuori per un nulla. Delusioni che bisogna accettare. Pensiamo al City che col Real ha attaccato per 120 minuti ed è uscito".

Uomo simbolo? "Barella. Forse anche perché è il primo che viene in mente, essendo ovunque in campo. Ma è davvero di tutti, di Dimarco che è l’interismo fatto persona, di Calhanoglu e Mkhitaryan che hanno fatto una stagione stupenda, di Lautaro che è una forza della natura".

Una stella che Moratti sente un po' anche sua: "Essendo una somma di scudetti, mi fa piacere aver contribuito".

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