L'ANALISI

L'Inter non molla mai ma è allarme difesa: serve più coraggio (anche di Inzaghi)

I nerazzurri tornano da Firenze con tre punti pesanti ma resta l'andamento da montagne russe: sono ultimi in Serie A per gol presi in trasferta

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L'Inter non molla mai ma è allarme difesa: serve più coraggio (anche di Inzaghi) - foto 1
© Getty Images

Il gol di Mkhitaryan ha regalato all'Inter un avvicinamento molto più sereno al decisivo match di Champions League contro il Vitktoria Plzen: dopo essersi fatti raggiungere tre volte, i nerazzurri hanno acciuffato al 95' una vittoria ormai insperata in casa della Fiorentina. Il terzo successo di fila alleggerisce anche Simone Inzaghi che però, dopo la partita, ha ammesso: "Dopo aver preso il 2-1 ci siamo innervositi, non è la prima volta che ci capita e dobbiamo lavorare su questo aspetto". Dopo Barcellona, anche se al Camp Nou resta la 'macchia' del pareggio, l'Inter dimostra di non mollare mai anche nei finali di partita ma conferma pure una tendenza molto pericolosa, soprattutto in ottica campionato: subisce troppi gol.

LAUTARO E BARELLA - Fare una sorta di processo dopo una vittoria in trasferta su un campo difficile sarebbe alquanto generoso, dunque è giusto concentrarsi inizialmente sugli aspetti positivi del 4-3 del Franchi. A partire da Lautaro Martinez e Nicolò Barella, due che nell'ultimo periodo hanno decisamente cambiato marcia: se il Toro non aveva fatto mai mancare l'apporto sul piano dell'intensità, da qualche partita ha ritrovato con continuità la via del gol, non disdegnando pure il ruolo di assist-man. Ruolo di cui ha approfittato lo stesso Barella, al terzo gol consecutivo dopo quelli contro Barcellona e Salernitana.

E ORA I RIENTRI - Col rientro di Lukaku, atteso per mercoledì in Champions, e quello di Brozovic, si spera in Juve-Inter del 6 novembre, Inzaghi potrà dare ulteriore concretezza alla rincorsa alla vetta della Serie A prima della sosta mondiale. Soprattutto il belga è fondamentale visto che l'apporto di Correa continua ad essere insufficiente e i soli Lautaro-Dzeko non possono tenere botta ogni tre giorni ad alti livelli. Come già detto da Marotta, l'obiettivo - dopo un inizio di stagione con diversi passi falsi - è rimanere attaccati al treno delle prime perché dopo Qatar 2022 potrebbe come iniziare un altro campionato.

DIFESA... INDIFESA - Le note positive non devono far dimenticare i troppi gol presi dalla squadra, una costante per l'Inter 2022/23. Con i tre subiti a Firenze, la retroguardia nerazzurra è arrivata a quota 17 gol presi: numeri alla mano, prima delle partite domenicali è la quintultima difesa della Serie A e addirittura la peggiore considerando i soli match in trasferta (14 in 6 partite). Se è indubbio che Onana ha portato un'onda nuova tra i pali ma anche più sicurezza alla linea difensiva, il rendimento per gol subiti non è poi migliorato rispetto ad Handanovic (che, tra l'altro, da vero capitano ha dato consigli al camerunese da bordocampo): sei partite e nove gol subiti per Onana, otto partite e tredici reti subite per lo sloveno considerando tutte le competizioni.

I CAMBI DI INZAGHI - Se è vero che la squadra dopo il 2-0 si è come addormentata per poi impaurirsi e innervosirsi una volta vista la Fiorentina avvicinarsi fino al primo pareggio, c'è da dire che anche i cambi di Inzaghi non hanno aiutato a gestire il nuovo vantaggio. Sul 3-2, con i viola logicamente sbilanciati in avanti sia come uomini in campo che per atteggiamento, non inserire Asllani per poter prendere in mano il gioco e, soprattutto, levare Lautaro (forse per farlo rifiatare: ma all'85' gli ha risparmiato meno di dieci minuti...) per Bellanova ha indirettamente portato la squadra a pensare di doversi difendere fino al triplice fischio, col risultato che la Fiorentina ha pressato fino al 3-3. Lavorare sulla testa dei giocatori, quindi, ma anche l'allenatore nerazzurro in certi casi dovrebbe dimostrare più coraggio.

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