Tre errori col Bologna e terzo ko dopo quelli con Atletico e Lazio, Chivu spiega: "Devo tutelare l'incolumità dei miei giocatori"
di Marco MugnaioliBastoni si fa ipnotizzare da Ravaglia, Barella calcia altissimo, Bonny fa un passaggio al portiere: tre rigori falliti di fila dall'Inter (in casa nerazzurra non succedeva da oltre 30 anni) mandano il Bologna in finale di Supercoppa e sanciscono un 2025 da zero titoli per la squadra di Chivu. Tre rigori sbagliati di fila come tre sono i ko di fila in una serie ai rigori dopo quelli nel 2024 con l'Atletico (il rigore di Lautaro alle stelle) e nel 2019 ai quarti di Coppa Italia contro la Lazio, con l'ultimo precedente positivo, contro il piccolo Pordenone in Coppa Italia, che è datato addirittura 2017. Gli 11 metri per l'Inter assomigliano sempre più a una maledizione, ma il giorno dopo la sfida in Arabia contro i rossoblù a far discutere sono soprattutto le scelte di Chivu, che mentre la partita si avvicinava al 90' ha deciso di lasciare in panchina sia Hakan Calhanoglu che Pio Esposito e poi si è assunto ogni responsabilità.
Anche la scelta di non far calciare Dimarco (l’ex Verona ne ha tirati 12, segnandone 9) ha fatto molto discutere, mentre Zielinski avrebbe di certo calciato se non fossero arrivati i crampi al flessore che lo hanno tirato via dal campo sul più bello. "Perché non ho fatto entrare Pio? Non volevo rischiare di mandare un giocatore in campo per calciare a freddo un rigore - ha spiegato Chivu dopo il match - Lui mi aveva dato la sua disponibilità per entrare, ma è responsabilità mia e devo tutelare la salute dei miei ragazzi. Calha è tornato da un infortunio proprio all'adduttore e non me la sentivo di mandarlo a calciare a freddo. È facile parlare da fuori. Io devo tutelare l'incolumità dei miei giocatori, ci aspetta un gennaio di fuoco, la scelta è mia cosi come la scelta di far riposare alcuni giocatori”.