l'analisi

Inter, un peccato da non ripetere e un obiettivo ancora più chiaro

Il calo mentale nel finale ha aperto la strada alla magia di Zirkzee all'interno di una partita dominata: insegnamento per il campionato

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Il giorno dopo è quello più amaro, quello delle riflessioni e delle critiche, ma calcare la mano o addirittura aprire un processo per l'eliminazione dell'Inter dalla Coppa Italia sembra francamente troppo. Anche perché una partita sostanzialmente dominata per oltre 100 minuti, in cui si fallisce il rigore dell'1-0 nei tempi regolamentari e poi si subiscono due mostruose giocate come quelle di Zirkzee quante volte capita l'anno? Per una squadra dalla fisionomia ben chiara come quella nerazzurra, parliamo di un numero contabile attraverso le dita di una mano (e il Bologna, a proposito, contando anche lo 0-2 rimontato fino al 2-2 del campionato, inizia a diventare una parte consistente della mano interista...). Incidenti di percorso che, certo, sarebbe meglio non capitassero in un match a eliminazione diretta anche perché così Simone Inzaghi non potrà difendere un titolo a lui caro e rinviare l'obiettivo della decima coppa nerazzurra.

Sin qui la gestione della stagione, a livello di gruppo e di scelte, del tecnico piacentino è stata al limite della perfezione anche se il problema accusato da Lautaro Martinez non lascia esente il tecnico da colpe rispetto al match di ieri: vero che con questo Arnautovic e Sanchez su cui non si può fare affidamento a livello fisico le alternative scarseggiano, ma sostituire il capitano una ventina di minuti prima (i primi fastidi, notati da Simone Tiribocchi nella telecronaca su Canale 5, li ha accusati sul finale dei tempi regolamentari) avrebbe cambiato davvero qualcosa nello, scacchiere tattico della partita?

Il rigore sbagliato risaliva al 65' quindi non si sarebbe potuto parlare di sostituzione punitiva (cosa che, in ogni caso, farebbe quantomeno sorridere: il rapporto tra allenatore e attaccante, ribadito più volte a parole, è ottimo e non sarebbe stata una scelta del genere a comprometterlo). "Uscito lui, l'Inter si è spenta mentalmente" hanno notato tanti tifosi nerazzurri: sembra più una - corretta - annotazione di cronaca più che un rapporto di causa ed effetto.

Ad Appiano Gentile più che altro andrà analizzato il calo mentale del finale di partita che, al netto delle - ci ripetiamo - enormi giocate di Zirkzee, ha permesso al Bologna di restare in partita, guadagnare metri e in qualche modo provare a riaprirla partita per poi definitivamente ribaltarla. Un difetto, quello di non riuscire a gestire con serenità se non con concentrazione massima, emerso soprattutto in campionato nella scorsa stagione e che quest'anno, sinora, non si era praticamente più visto.

Cose che, siamo sicuri, Inzaghi ribadirà ai suoi in vista del resto della stagione che, ora più che mai, con un obiettivo in meno da inseguire, non può che prescindere dalla conquista dello scudetto. La missione è una, l'Inter a partire dal Lecce dovrà ribadirlo all'intera Serie A per evitare che altri Bologna in giro per il campionato possano scalfire ulteriori certezze all’ambiente.

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