"Arriviamo con tranquillità, consapevolezza. Se siamo arrivati fino a qui giocando in questo modo dobbiamo continuare a giocare così"
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Dopo l'Inter anche il Psg è arrivato all'Allianz Arena per testare il terreno in vista della finale di Champions contro l'Inter e parlare del big match in conferenza stampa. E Luis Enrique tiene i nervi saldi e avvisa i nerazzurri. "Ricordo che alla mia presentazione dissi che il mio obiettivo era vincere un trofeo importante, questo trofeo è la Champions. Ci sono tante aspettative ma arriviamo con tranquillità, consapevolezza - ha dichiarato il tecnico del club parigino -. Credo che la cosa importante è che se siamo arrivati fino a qui giocando in questo modo dobbiamo continuare a giocare così".
"La cultura calcistica è universale, non si tratta di nazionalità - ha proseguito parlando dell'avversario -. Abbiamo superato una francese, le inglesi, ora affrontiamo l'Inter: è una squadra con grandi qualità". "L’idea è di prepararsi a qualsiasi tipo di partita. È una finale, ci prepariamo per avere il possesso e gestire la partita. Penseremo agli aspetti in cui penso siamo più forti - ha aggiunto -. L'Inter fa circolare bene palla, non voglio cambiare la nostra fase offensiva ma dovremo stare attenti a diverse cose, come sempre". "L'Inter è una squadra con tante individualità, di alto livello sia offensivo sia difensivo: per questo gioca in finale, per questo l'ha giocata due anni fa. Questo è il problema. Però sappiamo anche adattarci alla partita, al suo avvio, sono ottimista".
"I miei giocatori sono giovani ma anche esperti, hanno fatto tante partite anche a eliminazione diretta, più partite giochi e più esperienza fai - ha aggiunto -. Mai avuto paura di schierare giocatori giovani, mi piace la caratteristica che deve giocare il migliore, senza pensare all'età". "Siamo una squadra abituata a disputare le finali, sono situazioni che abbiamo già vissuto - ha continuato -. La motivazione è importante, ma siamo abituati".
"Donnarumma? Quando uno è a livello più alto deve sapere che può essere criticato o anche elogiato più degli altri - ha proseguito Luis Enrique -. Siamo molto contenti di Gigio, è un giocatore importante per noi".
Poi qualche battuta riavvolgendo il nastro dei ricordi. "Le emozioni dopo la vittoria del 2015? Anche questa volta giochiamo contro un'italiana.... Sono situazioni diverse, sono tranquillo grazie alla mia maturità: ho dieci anni in più, sono più esperto - ha raccontato Luis Enrique -. Cerco di condividere tutto questo con i miei calciatori: potranno scrivere la storia, voglio assicurarmi che non ci sia eccesso di emozioni. Credo che siamo pronti, questa è la nostra idea e vedremo cosa dirà la partita".
"Inter più carica rispetto alla finale di Istanbul? Ci sono sempre due modi di interpretare e leggere la partita. Nel calcio è sempre difficile prevedere l'esito di una gara, credo sia importante avere esperienza, ma che questa sia comunque molto relativa - ha spiegato il tecnico del Psg -. Quello che ci rende forti come squadra è che il nostro percorso è stato difficile: ci sono stati alti e bassi, ma aver faticato può essere un vantaggio". "Siamo abituati a giocare queste finali, abbiamo giocato contro alcune delle squadre migliori d'Europa, e in questo percorso abbiamo giocato delle vere finali. Siamo pronti, non avremo paura".
Poi su Dembélé: "È un possibile vincitore del Pallone d'Oro ed è tutto merito suo. Possiamo sempre alzare il livello, Ousmane è stato uno dei migliori giocatori della stagione, se non il migliore: questo è un leader, quello che trascina la squadra con il suo esempio. È molto bello poter schierare Ousmane e potergli dare fiducia perché sfrutti la sua qualità".
"La mia principale motivazione è fare la storia con il Paris - ha concluso Luis Enrique -. È un club eccezionale, il resto fa parte del mio percorso: mi sento fortunato a poter essere qui e poter giocare questa partita, domani daremo tutto e anche di più per la nostra tifoseria".
MARQUINOS: "SAREBBE SBAGLIATO CAMBIARE FILOSOFIA ADESSO"
"Arrivo molto bene a questa finale. E' un altro gruppo rispetto al 2020 e arriviamo in un altro momento e con un'idea di gioco differente. Dobbiamo limare gli ultImi dettagliI, poi siamo pronti per giocare contro l'Inter". Così invece Marquinhos ha presentato la finale contro l'Inter. "Abbiamo studiato come lavorare bene in fase difensiva. Possiamo fare delle mosse per controllare le punte e fronteggiare una squadra compatta come l'Inter con esterni molto rapidi a inserirsi - ha aggiunto -. Dobbiamo spingere sulla nostra filosofia di gioco, aggredendo e rientrando quando salta il primo pressing. Cambiare tattica adesso sarebbe un errore. Sarà una bella partita di calcio".
DEMBÉLÉ: "MI GIOCO UN SOGNO"
E' carico Ousmane Dembélé in vista dell'ultimo atto della Champions contro l'Inter. "Come ho detto più volte, sono molto orgoglioso di essere arrivato in finale - ha spiegato in conferenza l'attaccante del Psg -. Abbiamo lavorato sodo, non è stato sempre facile: non siamo partiti bene, ma abbiamo fatto la differenza nella seconda parte dell'annata. Essere qui è eccezionale, è un momento di grande gioia". "Candidato al Pallone d'Oro? Sono ripetitivo, l’importante sono i trofei di squadra che potrei vincere e non su quelli individuali - ha aggiunto -. Ovviamente ci penso, ma attraverso i risultati di squadra. Sono contento del percorso fatto, soprattutto da gennaio in poi: c’è stato un cambio di mentalità". "Bisogna restare freddi, chiaramente c'è tanto entusiasmo e noi siamo entusiasti, però bisogna rimanere tranquilli, seri, sereni, anche se col sorriso stampato in viso - ha continuato parlando della sfida contro l'Inter -. Dovremo gestire le emozioni, sarà una chiave della partita. Ora mi gioco un sogno, non vedo l'ora". "Pavard è molto intelligente, difficile da superare: spero di batterlo, ma sono contento di trovarlo da avversario in finale di Champions League - ha aggiunto -. L'Inter è una grandissima squadra, che merita ampiamente la finale. Giocano insieme da 4-5 anni, sono molto fisici e sanno sia difendere sia attaccare. Sanno gestire il possesso palla, sanno mettere in difficoltà gli avversari. Dovremo essere concentrati dal primo all'ultimo minuto, altrimenti possono farci male". "Più facile senza Mbappé? No, me lo chiedete spesso: non so cosa sarebbe successo se Kylian fosse rimasto. Lui aveva un sogno, di giocare nel Real Madrid: lui è andato, ma il PSG va avanti - ha concluso l'attaccante -. C'è un prima, un durante e un dopo Mbappè: ora ci concentriamo su cosa fare"