CHAMPIONS LEAGUE

Champions League: Milan e Inter al bivio, per Pioli e Inzaghi è vietato fallire

Contro Porto e Sheriff un solo risultato utile: la vittoria

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È la notte della verità per Milan e Inter che non possono più sbagliare in Champions League. Alle due milanesi servono due vittorie contro Porto e la sorpresa Sheriff Tiraspol per continuare a restare in gioco. I rossoneri, ancora a zero punti, devono smuovere la classifica in Portogallo per non perdere di vista Atletico Madrid e Liverpool. Discorso simile per i nerazzurri fermi a un punto che a San Siro devono fare bottino pieno contro la cenerentola moldava a punteggio pieno. 

VERSO PORTO-MILAN
Due sfide decisive per la Champions e quella di domani è già una finale. È lo spirito con cui il Milan affronta la gara col Porto, dimezzato - come ormai da costante - per le assenze. Agli infortuni, all'indisponibilità di Theo Hernandez e Brahim Diaz positivi al Covid, si sommano quelle di Rebic - distorsione alla caviglia - e Kessie squalificato per quella sciagurata espulsione che ha compromesso la partita contro l'Atletico Madrid. Ma non c'è tempo per piangersi addosso, l'obiettivo del Milan è centrare l'impresa di salvare un percorso Champions complicato dallo zero in classifica dopo due giornate. "Arriviamo da due sconfitte che non rispecchiano la prestazione della squadra. Credo che il doppio scontro con il Porto sarà decisivo. Dobbiamo rimanere lucidi e concentrati per tutta la partita. Nelle prime due gare abbiamo pagato i piccoli dettagli. Abbiamo perso le prime due partite per alcune disattenzioni in fase difensiva", l'analisi di Pioli. C'è solo un risultato che potrebbe riaccendere le speranze europee dei rossoneri: la vittoria. La squadra è carica e lo è in particolare Rafael Leao che giocherà il suo derby personale, essendo cresciuto nello Sporting e avendo segnato il suo primo gol proprio al Porto. "Sono difficili da affrontare ma per me e i miei compagni sarà una finale. Vogliamo vincere e fare punti per andare avanti, giocare con la testa giusta perché il Porto è una grande squadra". Difficile fare pretattica, non dare indizi di formazione quando mancano i titolari. In attacco partirà dal primo minuto Giroud, con la possibilità di una staffetta con Ibrahimovic. "Zlatan sta meglio ma ha giocato solo un quarto d'ora contro il Verona. Il minutaggio può alzarsi - rivela Pioli - ma non penso possa avere tanti minuti in più". L'ultima mezz'ora o magari qualcosa in più se ci fosse bisogno della spinta del fuoriclasse. Conceicao, allenatore del Porto, assicura di saperlo fermare anche se spiega che "nessuna squadra è quello che è un singolo giocatore". Ibra è un riferimento come lo è Pepe nel Porto e il duello che si profilerà scalda già i tifosi portoghesi. "Zlatan è pronto ad affrontare qualunque difensore", taglia corto Pioli. Perché in realtà il giocatore da temere più degli altri è Diaz, secondo l'allenatore rossonero. "Durante la sosta abbiamo studiato bene il Porto, speriamo porti frutti. Affrontiamo un avversario solido, compatto, con giocatori offensivi veloci, un allenatore preparato, una squadra preparata. Sarà una partita che presenterà difficoltà tipiche dei match di alto livello". Senza Brahim Diaz sarà probabilmente Krunic a giocare centrale o in alternativa Daniel Maldini, affiancato da Saelemaekers e Leao. In mediana Bennacer e Tonali. Tutto deciso, o quasi. Con la speranza che la cabala strizzi l'occhio ai rossoneri. Il Milan non ha mai perso nelle otto trasferte giocate in Portogallo nella sua storia. Nell'anno del ritorno in Champions League dopo sette anni d'assenza, sarebbe uno smacco chiudere le prime tre giornate senza punti in classifica. Al Milan però c'è la consapevolezza di poter fare bene, di essere riusciti a tenere testa al Liverpool e di aver dovuto fare i conti con decisioni arbitrali discutibili con l'Atletico. Ora contro il Porto è l'ora del riscatto. 

VERSO INTER-SHERIFF
"Spero che i miei ragazzi riescano a godersi l'atmosfera di San Siro e spero sia una bella partita per noi. Vogliamo divertirci", dice l'allenatore dello Sheriff Yuriy Vernydub alla vigilia della partita di Champion che l'Inter deve assolutamente vincere. Non sembra emozionato ma glaciale come il clima della sua terra. Lo Sheriff viene da Tiranspol, un nome sconosciuto di un posto dove nessuno forse e' mai andato. È invece esiste ed è una città della Moldavia, capoluogo dell'unità territoriale autonoma della Transnistria. Lo Sheriff è la sua squadra, salita alle ribalte per essersi conquistata un posto in Champions senza un blasone e senza alcuna storia gloriosa di coppe e trofei internazionali. . Una squadra venuta dal nulla, al centro di un intrigo della storia, capace di umiliare il Real Madrid in casa propria. Lo Sheriff stasera di fronte all'Inter al Meazza in un incontro che sa di ultima spiaggia per i nerazzurri. A rimettere insieme i pezzi di una spy story che sembra uscita da un romanzo è Internazionale che traduce per l'Italia un lungo servizio a cura di The Balkan Insight che racconta come lo Sheriff Tiraspol sia solo solo una piccola parte di un impero commerciale costruito da due ex ufficiali del KGB, Victor Gusan, 58 anni (presidente della squadra), e Ilya Kazmaly, 59 anni. Lo Sheriff Tiraspol - spiega Internazionale - è solo la vetrina e uno strumento di influenza dell'impero aziendale Sheriff che ha interessi in settori come caviale, automobili, carburanti, medicina, vodka, servizi alberghieri, telecomunicazioni, banche, assicurazioni, immobiliare e mezzi d'informazione. Oggi la Sheriff - scrive il settimanale - è la principale contribuente privata al bilancio della Transnistria, ma la sua ascesa è costellata di aspetti controversi e piuttosto sinistri. Tutto inizia nel 1993, quando Gusan e Kazmaly fondano la Sheriff. Quattro anni dopo assumono il controllo della Agroprombank e nel 1998 danno vita alla Interdnestrcom, l'unico operatore di telecomunicazioni in Transnistria. La Sheriff continua a espandersi anche dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008. Nel marzo 2012 - prosegue l'incredibile storia - l'azienda diventa tutta di proprietà di Gusan e Kazmaly è stato nominato direttore responsabile. Nei primi anni duemila la Interdnestrcom entra nel mercato ucraino con il nome di Intertelecom, diventando uno dei quattro principali operatori di telecomunicazioni del Paese. Dai documenti risulta che il proprietario della nuova azienda, Vyacheslav Chernikevich, gestisce anche le attività d'estrazione di criptovalute della Sheriff in Transnistria. Nel 2016 i servizi segreti ucraini (Sbu) cominciano a indagare su Intertelecom. I giornalisti del Centro per il giornalismo investigativo della Moldavia - riferisce Internazionale - individuano in Gu&.537;an e nel tedesco Andrea Reich i proprietari dell'azienda Kartina digital, fondata a Wiesbaden, in Germania, nel 2008. L'azienda viene accusata dai mezzi d'informazione tedeschi di agevolare la messa in onda di messaggi del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Afd), tramite la sua ridiffusione di canali russi. È questa è solo una parte di una storia ancora misteriosa che si intreccia con il calcio passando per Milano. Nessuna favola, solo affari.

 

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