LO SFOGO

Vinicius parla di razzismo e scoppia a piangere: "Ho sempre meno voglia di giocare"

L'attaccante del Brasile in conferenza prima dell'amichevole con la Spagna: "La mancanza di sanzioni è ciò che mi frustra di più"

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In conferenza stampa prima dell'amichevole del suo Brasile contro la Spagna, Vinicius torna a parlare del razzismo che da mesi subisce quasi ogni volta che scende in campo e non riesce a trattenere le lacrime. "È una cosa abbastanza triste, è una cosa che succede qui in ogni partita, ogni giorno. Ogni mia denuncia mi rende molto triste. Ma come per tutti i 'neri' del mondo... È una cosa triste". È qualcosa che sta succedendo non solo in Spagna, ma nel mondo... È successo anche a mio padre, hanno scelto un bianco invece di un nero. È una cosa che noto e combatto. Lotto affinché nel prossimo futuro non succeda più a nessuno". Sul suo atteggiamento in campo. "Certo ho molto da migliorare, ho ancora 23 anni, ed è un progresso naturale... Lasci il Brasile molto giovane senza aver imparato tante cose... Mi sento sempre più triste, ho sempre meno voglia di giocare. Nessuno mi sostiene". La sfida Spagna-Brasile, in programma martedì 26 marzo alle 21.30, sarà trasmessa su Canale 20 e in diretta streaming su Sportmediaset.it.

"La mancanza di sanzioni è la cosa che mi frustra di più, che tutta quella gente se ne vada senza che succeda nulla senza aver fatto nulla - ha aggiunto Vinicius -. Vorrei che i bambini non dicessero quelle cose, perché è vero che da bambino non sapevo cosa fosse il razzismo".

Il suo grande desiderio. "Giocare a calcio è molto importante, ma è anche molto importante la lotta al razzismo, che le persone di colore abbiano una vita normale. Se così fosse andrei alle partite concentrato solo per giocare. L'unico mio desiderio è continuare a giocare e che tutti abbiano una vita normale".

Su dove trova la forza di continuare nella sua battaglia. "La ricevo soprattutto dalla mia famiglia e da quei tifosi che mi inviano messaggi di incoraggiamento a continuare a lottare per chi ne ha bisogno".

È passato ormai un anno dal primo grave episodio di razzismo. "A ogni denuncia mi sento peggio, ma devo comparire qui e mostrare la mia faccia. Non lotto contro i tifosi spagnoli, mi batto contro il razzismo nel mondo. Ho chiesto aiuto alla UEFA, a FIFA, Conmebol e CBF che sono grandi gruppi e possono lottare contro questo. Il problema che c'è in Spagna è che il razzismo non è un crimine".

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