Logo SportMediaset

Seguici anche su

CONDANNATO PER STUPRO

Robinho parla dal carcere: "Non sono un leader e non prendo farmaci, sono uguale agli altri detenuti"

di Redazione
29 Ott 2025 - 11:51
 © Da video

© Da video

Robinho ha rotto il silenzio questo mercoledì, sette mesi dopo essere entrato nel penitenziario numero 2 di Tremembé, una prigione situata nell'entroterra dello stato brasiliano di San Paolo, per scontare una condanna a 9 anni per essere stato riconosciuto colpevole di aver partecipato allo stupro di gruppo ai danni di una ragazza albanese a Milano nel 2013.

In un video diffuso dal Consiglio della comunità di Taubaté (un'organizzazione no-profit creata dal giudice Sueli Zeraik con lo scopo di supportare la magistratura), l'ex calciatore ha colto l'occasione per "mettere le cose in chiaro", negando qualsiasi tipo di trattamento privilegiato, contrariamente a quanto riportato.

"La mia dieta, i miei orari del sonno... Sono tutti uguali a quelli degli altri detenuti. Non ho mai mangiato cibi diversi, non ho mai ricevuto trattamenti diversi - ha dichiarato Robinho -. Durante le mie ore di lavoro, faccio tutto quello che fanno tutti gli altri detenuti. Quando vogliamo giocare a calcio, è permesso, quando non si lavora, la domenica".

Robinho smentisce con tutte le sue forze qualsiasi privilegio all'interno del carcere: "Non ho mai ricevuto alcun tipo di trattamento preferenziale. Le visite sono il sabato o la domenica. Quando mia moglie non viene da sola, viene con i miei figli. Il più grande suona, e possono venire anche i due più piccoli. La visita è la stessa e il trattamento è lo stesso per tutti. Le bugie che circolano, tipo che sono il leader e ho problemi psicologici... non sono vere".

Sul suo conto sarebbero circolate anche diverse fake news: "Non ho mai dovuto prendere farmaci, grazie a Dio. Nonostante la difficoltà di stare in prigione, grazie a Dio, ho sempre avuto la testa sulle spalle e faccio tutto ciò che possono fare tutti i detenuti (...). Qui, l'obiettivo è rieducare, risocializzare chi ha commesso errori. Non ho mai avuto alcun tipo di ruolo di leadership, da nessuna parte. Qui le guardie hanno il comando e noi, i detenuti, obbediamo e basta".