Premier League ai piedi di Ranieri. E il nemico Mou piange

Continua a sorprendere il Leicester, Chelsea sempre più in crisi: lo Special One condannato dall'ex interista Arnautovic

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E' proprio un momento d'oro per Claudio Ranieri che, con il suo Leicester, si è piazzato al comando della Premier League. Un periodo eccezionale reso ancora più speciale dalla crisi del Chelsea del grande nemico, quel Josè Mourinho con cui ha spesso litigato. Il portoghese è giunto alla settima sconfitta in campionato ed è stato condannato, scherzo del destino, da Marko Arnautovic, suo ex giocatore poco considerato all'Inter.

"La vendetta è un piatto che va gustato freddo" recita un vecchio adagio che calza a pennello per fotografare l'ennesimo capitolo della saga Ranieri-Mourinho. Il tecnico romano, in attesa delle gare di Manchester City e Arsenal, si è issato a sorpresa in vetta alla Premier con il suo Leicester e guarda dall'alto in basso il grande nemico, sempre più in crisi e invischiato nelle zone basse della classifica.

Che per Mou sia un anno no è anche chiaro leggendo il marcatore dello Stoke, quel Marko Arnautovic che all'inter non si è quasi mai visto in campo e che il portoghese ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per tenere a bada. "E' un ragazzo fantastico, ma ha la mentalità da bambino. Il suo miglior amico (Balotelli, ndr) è come lui e non è facile..." disse lo Special One. Ora il bambino è diventato grande e sa anche fare gol. Purtroppo per Mou...

Mourinho e Ranieri non si sono mai amati e probabilmente nemmeno rispettati. Almeno a partire dall'estate del 2008, quando Ranieri allenava la Juve e lo Special One era appena arrivato su quella dell'Inter. "La penso all'opposto di Mourinho - disse l'italiano dopo una sconfitta in amichevole - Non ho bisogno di vincere per essere sicuro di quello che faccio, a me va bene prendere uno schiaffo, lo scorso anno ne abbiamo presi tanti e abbiamo reagito". Furente la reazione del portoghese: "Io sono molto esigente con me stesso e ho bisogno di vincere per avere sicurezza delle cose. Per questo ho vinto tante trofei nella mia carriera. Lui ha, invece, la mentalità di uno che non ha bisogno di vincere e a quasi settanta anni (in realtà ne aveva quasi 57, ndr) ha vinto una Supercoppa e un'altra piccola Coppa. È troppo vecchio per cambiare mentalità". La risposta del tecnico italiano: "Ha fatto vedere subito la sua personalità e la sua signorilità".

Si apre un altro capitolo quando Mourinho decide di spedire il vice Beppe Baresi a commentare il successo infrasettimanale sul Lecce e Ranieri gli tira le orecchie: "Mi rendo conto che a volte sia dura presentarsi in pubblico nei dopo partita, ma è un segno di rispetto verso i tifosi di tutta Italia". "Nella mia carriera, ho mandato per 21 volte il mio collaboratore e nessuno ha mai detto niente - la risposta a muso duro di Mourinho - Lo faccio qui per la prima volta e si manca di rispetto. Ho studiato l'italiano per cinque mesi per venire e presentarmi dai giornalisti parlando un italiano decente, vi sembra mancanza di rispetto questa? Parla Ranieri che in cinque anni in Inghilterra ha fatto fatica a imparare le parole 'good morning e good afternoon'".

La polemica va avanti anche quando Ranieri passa alla Roma. Febbraio 2010. Mou definisce "furba" la Roma sul mercato e il romano non ci sta. "Lo capisco, Mourinho perché non si è mai trovato in queste situazioni. E' troppo facile passare da Abramovich a Moratti...". Lo Special One questa volta replica attraverso il suo portavoce: "Voglio dire al signor Ranieri che Josè sia al Chelsea di Abramovich sia all'Inter di Moratti ha vinto molti titoli, al contrario del signor Ranieri che, passando dal club di Abramovich alla famiglia Agnelli, non ha vinto un titolo".

Inter e Roma si giocano lo scudetto e la polemica si infiamma. Mou ironizza sul presunto premio che il presidente del Siena, Mezzaroma, sarebbe pronto ad offrire ai suoi giocatori per battere i nerazzurri all'ultima giornata di campionato e Ranieri commenta: "Siete voi che fate diventare Mourinho un fenomeno, per me è un buon allenatore e mi fermo qui". "Non credo di essere un fenomeno, però ho lavorato tanto per aiutare la mia squadra" la risposta di Mou, che punge Ranieri sul vivo: "Non si fa certo facendo vedere un film alla squadra prima di una finale di coppa. I giocatori sono professionisti seri, non vanno trattati come bambini". "Che film metto per la prossima partita? Paperino... - la controreplica del romano.

I rapporti, poi si sono un po' distesi, quando Ranieri ha preso in mano l'Inter. "Io sono interista, non pseudointerista. Chiunque sia l'allenatore dell'Inter, voglio che la squadra vinca. Come interista auguro a Ranieri di essere felice come lo sono stato io". Ovviamente non andò così.

Il prossimo capitolo ha già una data: 14 dicembre, quando il Chelsea renderà visita al Leicester. Ranieri lo aspetterà, ma dipenderà da Abramovich se Mou potrà incrociare la strada del grande rivale

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