ESCLUSIONE CHAMPIONS

Manchester City, la pandemia rallenta i tribunali: ansia per il ricorso

Il TAS con ogni probabilità non affronterà il caso dell'esclusione dalla Champions League prima di luglio

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Manchester City in ansia per il ricorso al TAS contro l'esclusione per due anni dalle coppe europee a causa di violazioni del Fair Play Finanziario. Il club inglese aveva presentato appello pochi giorni dopo la punizione della Uefa ma la pandemia per il Covid-19 ha rallentato i lavori nei tribunali e il caso non sarà discusso prima di luglio: un problema con la situazione ancora incerta in Premier League.

Nel caso in cui il campionato inglese non riprendesse, infatti, la Football Association annuncerebbe da subito i nomi delle squadre qualificate alle prossime coppe europee e, senza la discussione al TAS di Losanna, i Citizens rischierebbero davvero di non giocare la Champions League 2020/21.

La classifica recita secondo posto ma la squadra di Guardiola al momento è sotto sanzione, per questo - riporta il Mirror - tra gli avvocati del club si fa strada una seconda ipotesi: il congelamento della punizione in attesa della discussione dell'appello.

Una soluzione quasi obbligata per il City anche in chiave mercato: la preoccupazione di De Bruyne ("Troppi due anni senza Champions") non è isolata nel gruppo e il rischio è quella di un addio di massa dei big.

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