L'impresa del piccolo Palestino di Nico Cordova

L'"equipo arabe", 20mila tifosi, eroe della Copa Sudamericana dopo l'eliminazione del glorioso Flamengo

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Il piccolo Davide che abbatte il gigante Golia. Racconto biblico, primo libro di Samuele. Leggenda che spesso diventa realtà anche nel calcio. L'ultimo esempio arriva dalla Copa Sudamericana, l'Europa League di quelle parti. Ottavi di finale, il Palestino - piccola squadra cilena della comunità palestinese - va a vincere 2-1 in Brasile in casa del leggendario Flamengo di Rio de Janeiro. L'andata a Santiago era finita 0-1 e nessuno scommetteva un peso cileno (o un reais brasiliano) sull'eliminazione dello squadrone che in passato è stato fra gli altri di Zico, Junior, Bebeto, Romario e Ronaldinho.

Si stima che il Flamengo abbia 39 milioni di tifosi, contro i 20 mila scarsi del Palestino, la cui affluenza media allo stadio è di 1.200 presenze a partita. Senza tirare poi in ballo discorsi di vile pecunia, tra marketing e fatturato. Il Palestino indossa i colori della... Palestina: maglia bianca con bande verdi e rosse.

Il soprannome è "equipo arabe", perché le radici sono quelle. Anche se nella rosa della prima squadra non ci sono discriminazioni. Anzi, la maggior parte dei calciatori è cattolica, compreso il tecnico, e i musulmani sono minoritari.

In questa vera e propria impresa sportiva c'è anche un po' di Italia. Perché da qualche mese l'allenatore del Palestino è Nicolas Cordova, classe '79, da giocatore centrocampista dai piedi buoni e dal cervello fino arrivato in Italia dal Colo Colo nel 2001: Perugia, Crotone, Bari, Livorno, Ascoli, Messina, Grosseto, Parma e Brescia le tappe di una carriera italiana durata una dozzina d'anni, inferiore peraltro alle doti tecniche di uno che si ispirava a Pirlo (stessa classe d'età, stessa parabola: prima trequartista, poi metodista davanti alla difesa). E che da ragazzino era stato "allevato" nelle giovanili del Colo Colo dall'ex milanista Claudio Borghi, che lo avrebbe poi richiamato in Nazionale nel 2011. Per buongustai del calcio (vedere su youtube per credere), l'unico gol segnato con la Roja da Cordova nell'agosto 2011 in un'amichevole contro la Francia finita 1-1.

Cordova, una volta chiusa la carriera nel 2012, a soli 33 anni, si è diplomato a Coverciano e ha girato l'Europa per conoscere e perfezionare i metodi di allenamento dei vari squadroni continentali. Grazie ad amicizie comuni bresciane, quando ancora era in attività, si era concesso un viaggio di aggiornamento: due settimane a Barcellona, ad abbeverarsi alla "fonte" del tiki-taka di Pep Guardiola.

Poi il ritorno in Sudamerica. L'impresa con il suo Palestino (a proposito, prossimo avversario nei quarti della Copa Sudamericana: il San Lorenzo de Almagro, la squadra di Papa Francesco). E, chissà, un domani... magari... di nuovo l'Italia. Questa volta in panchina.

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