I numeri del manager catalano sono da record: 715 vittorie che hanno portato 40 trofei
di Andrea Ghislandi© Getty Images
Pep Guardiola è a un passo dal tagliare un traguardo prestigiosissimo, quello delle 1.000 panchine in carriera. Scherzo del destino, lo farà domani contro il Liverpool, la sua rivale più agguerrita e che per sua stessa ammissione lo ha portato ogni volta a superare i propri limiti. Che piaccia oppure no, il manager catalano ha cambiato il mondo del calcio, riuscendo nella difficilissima impresa di unire bel gioco e risultati in 18 anni di carriera ai massimi livelli. E che risultati: con Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City ha alzato al cielo la bellezza di 40 trofei, tra cui tre Champions League, sei Premier League e tre campionati spagnoli. Ma al di là dei trionfi, Guardiola ha lasciato un segno indelebile grazie alla sua idea di calcio offensivo (possesso palla, pressing alto e asfissiante) e alcune mosse tattiche, come Messi falso nove, Stones da difensore a centrocampista nell'anno dello storico Triplete con il City, Lahm e Cancelo terzini che tagliano il campo. Ai tempi del Barça, Guardiola ha dato spettacolo con il celeberrimo Tiki-Taka, uno stile di gioco basato su un estenuante possesso palla e triangolazioni improvvise ma povero di verticalizzazioni.
Non a caso dalla sua scuola sono usciti alcuni degli allenatori che ora sono sulla bocca di tutti: l'ex vice Arteta ha costruito un Arsenal imbattibile, l'ex capitano di 1000 battaglie Kompany ha vinto tutte le gare stagionali con il Bayern e Maresca, per due volte alle sue dipendenze, si è laureato campione del mondo col Chelsea la scorsa estate. Senza dimenticare Xabi Alonso, allenato ai tempi del Bayern e primo in Spagna con il Real Madrid, e Fabregas, timoniere della sorpresa Como. La sua percentuale di vittorie è da fantascienza oltre 71%, per un totale di 715 partite, mentre le sconfitte sono state appena 128. E pensare che l'avventura nel suo Barcellona era cominciata con una sconfitta contro il Numancia e un pareggio con il Racing. Poi alla fine di quella stagione sarebbero stati 6 i trofei conquistati.
"Raggiungere le 1.000 partite da allenatore è qualcosa di molto speciale per me - ha spiegato Guardiola in conferenza stampa -. Quando ho iniziato ad allenare il Barcellona B tanti anni fa, non ho mai pensato nemmeno per un secondo di raggiungere le 1.000 partite. Volevo solo fare un buon lavoro, giocare a calcio nel modo giusto e vedere cosa succedeva. Sono stato così fortunato nella mia carriera a lavorare per tre club straordinari. Al Barcellona, al Bayern Monaco e al Manchester City, ho avuto il pieno supporto. Significa che ho potuto lavorare senza distrazioni ed essere il miglior allenatore possibile. Sono molto, molto orgoglioso della mia carriera. I trofei che ho vinto... onestamente, non avrei mai immaginato di vincerne così tanti, ma è stato bellissimo. Non cambierei un solo momento. Ci sono troppe persone da nominare singolarmente, ma voglio ringraziare tutti quelli con cui ho lavorato negli ultimi 18 anni. E voglio anche ringraziare la mia famiglia, che mi sostiene incondizionatamente in tutto ciò che faccio. "Se dovevo scegliere un rivale per questa ricorrenza, non poteva esserci avversario migliore. Ho avuto la sensazione che Jurgen (Klopp, ndr) mi abbia dato molto e mi manca. Mi ha dato molto, nel senso che per battere quel ragazzo, dovevo pensare, lavorare e fare per poter migliorare".