Pubblicità ingannevole, risarcito Alex Del Piero

La Cassazione conferma: 258mila euro in favore dell'ex numero 10 della Juventus

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Alessandro Del Piero verrà risarcito con 258mila euro da un un centro studi privato, che aveva usato la sua immagine senza consenso quando era testimonial della Cepu. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha respinto il ricorso dell'Ime che sosteneva di aver fatto una legittima pubblicità comparativa. I fatti risalgono al giugno del 2000, quando su due quotidiani nazionali era comparsa la campagna pubblicitaria incriminata ('Alex 0, Luigi 8').

La Suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Ancona nel 2011, con una decisione conforme a quella emessa in primo grado dal Tribunale di Ancona nel 2005.

La pubblicità in questione - riassume la Cassazione - "raffigurava due personaggi su un campo di calcio, di cui uno identificabile in Del Piero: il testo di apertura del messaggio pubblicitario recitava 'Alex 0, Luigi 8, Luigi è iscritto allo stesso anno di Alex e nella stessa facoltà. Alex non ha dato nessun esame, Luigi nello stesso anno ne ha superati otto. Luigi è uno studente Ime, Alex no'". Per essere stato usato come 'testimonial' senza aver dato il consenso, e senza aver percepito alcun compenso, Del Piero si era rivolto alla magistratura. L'Ime si difese sostenendo "la non indispensabilità del consenso trattandosi di pubblicità comparativa", e a sua volta contrattaccava chiedendo che fosse Del Piero a risarcirgli i danni dal momento che "nella sua qualità di testimonial Cepu aveva fatto credere di essere iscritto all'università, ingenerando confusione tra i consumatori e sottraendo fette di mercato all'Istituto multidisciplinare europeo".


Oltre a dover risarcire profumatamente Del Piero, l'Ime è stata condannata anche a pagare 10.500 euro di spese legali.

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