Il suo contratto scade nel 2017, progettare oggi un rinnovo non avrebbe senso. Ma una certa fretta sì, prima che la stagione cominci
E Mancini? Resta al suo posto, ci mancherebbe. Il mercato in corso segue le sue linee: Erkin, Banega, prossima fermata per Yaya Touré, poi quel che si deve e si può per costruire l'Inter 2016-'17 che si batterà -input dei cinesi del Suning e non solo- per lo scudetto. Resta al suo posto, Mancio, pur con quei mal di pancia che gli attribuiscono (veri? presunti?) sui quali indugiare.
Mal di pancia perché? Per il progetto, che sarà da ridiscutere in tempi ragionevoli e non si ferma a una stagione, la prossima. Per il progetto che sarà nel biennio-triennio e che riguarda anche la guida tecnica della squadra. Mancini gode della stima che merita: ma non incondizionata. Mancini sa che i suoi 18 mesi interisti sono stati quelli che sappiamo: non all'altezza delle massime attese.
Un picco di gioie, una sequela di delusioni, una squadra fatta, ripensata, rifatta e ora da mettere a punto. Per capire che da qui alla fine della prossima stagione si faranno i conti sulla bontà del lavoro svolto da Mancini per capirsi e per capire. Non ha senso pretendere, in tempi brevissimi, che al tecnico la nuova proprietà rinnovi il contratto fino al 2018 o 2019. Però una priorità deve pur esserci, e il rinnovo del conttatto -stando alle ultime- dovrebbe esserci prima dell'inizio del campionato, per dare un significato di continuità (e di fiducia) come Moratti per esempio auspica.
Poi serve il tempo per capire tante cose, per capire se Mancini è l'uomo giusto al posto giusto: nei 18 mesi interisti la verità non ha un colore preciso. Un progetto ambizioso ha bisogno di una guida sicura e carismatica, Mancio ha la stoffa e le ambizioni per esserlo, e anche il carisma. Tutto sta a dimostrarlo a pieno titolo. Poi si getterà un ponte di più lungo respiro. Evitandosi mal di pancia precoci.