BOLOGNA

Il bilancio di Mihajlovic: "Il 2020? Sono vivo..."

Il tecnico del Bologna ha superato la malattia: "Dal punto di vista personale non potevo chiedere di più"

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Il pareggio in rimonta contro l'Atalanta per passare un Natale sportivamente sereno e un bilancio che va oltre il calcio, va oltre tutto. Sinisa Mihajlovic lo dice in poche parole, che sono come frecce che arrivano dritte all'obiettivo. "Il 2020? Sono rimasto vivo, dal punto di vista personale non potevo chiedere di più". E in effetti non fa una piega, perché l'anno del tecnico del Bologna non è stato un anno come gli altri. La leucemia, le cure, la lunga battaglia e, alla fine, una vittoria che non ha paragoni con niente. 

“La vita è una cosa meravigliosa – aveva raccontato a Sky a inizio dicembre – e specialmente quando passi ciò che ho passato io, poi ti godi tutto al massimo, ogni dettaglio. Io praticamente sono nato due volte, la prima il 20 febbraio del 1969 e la seconda il 29 ottobre del 2019, a 50 anni di distanza. Vedere un uomo duro che piange fa tenerezza. Con questa malattia ho imparato a tirare fuori le emozioni, ho imparato a piangere e non mi vergogno di farlo: nessuno deve vergognarsi di farlo. Prima tenevo tutto dentro, poi ho capito che piangere è una cosa positiva, così come dimostrare i propri sentimenti alle persone che si amano". 

E ancora: "Sapevo che ce l'avrei fatta". Ecco perché il suo bilancio, crudo e semplice, sa semplicemente superare i confini del pallone. "Sono ancora vivo, non potevo chiedere di più". Già, proprio così.

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