BASKET

Italia, ora bisogna cambiare marcia

Buona la prima per gli azzurri al Mondiale, per il momento solo per il risultato

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Italia, ora bisogna cambiare marcia - foto 1
© Getty Images

Mettiamola così: un piccolo spavento che non può che farci bene per il futuro. Onestamente forse non abbiamo mai temuto davvero di perdere, però l’esordio della Nazionale azzurra ai Mondiali di basket non è stato proprio rose e fiori come in tanti si sarebbero aspettati. Tanti, ma non tutti, e tra questi ultimi, siamo certi, proprio coach Pozzecco. Perché il basket, quando si arriva a questi livelli, lascia ben poco spazio all’approssimazione, tutto va studiato nei minimi particolari e la conoscenza dell’avversario è fondamentale.

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Si sapeva che l’Angola avrebbe puntato tutto sulla fisicità, sulla pressione asfissiante, sui raddoppi continui su chiunque avesse avuto la palla in mano. Gli africani questo hanno fatto e per tre quarti di partita i nostri non sono riusciti a togliersi il fiato di dosso di Bruno Fernando e compagni. Poi c’è l’altro aspetto, e qui non c’è nulla di misterioso: gli azzurri sono una squadra prevalentemente perimetrale, Pozzecco dispone di tiratori micidiali e oltretutto di grande esperienza, non si offende nessuno quando diciamo che sotto canestro saremo sempre costretti a soffrire lasciando spesso il solo, encomiabile Melli, a sbrigarsela da solo. Fontecchio e Polonara sono dei grandi atleti ma i centimetri sono quelli, anche se trattasi di caratteristica comunque inversamente proporzionale al talento in attacco, soprattutto dal giocatore degli Utah Jazz. Ricci fa sempre cose fondamentali e segna quando c’è bisogno, così come Datome, che contro l’Angola ha però sbagliato tanto da fuori come il resto dei compagni. L’unico ad averci capito qualcosa dall’inizio alla fine è stato Stefano Tonut, il nostro azzurro più esplosivo e capace di giocarsela alla pari con i muscolosi africani.

Ma alla fine gli azzurri hanno aperto il loro mondiale con un 5 su 31 al tiro da tre, che equivale a un 16% non proprio rassicurabile, fortunatamente la squadra di Claros Canals ha fatto di peggio, chiudendo con soli 4 canestri da oltre l’arco in 30 tentativi, altrimenti sarebbero stati dolori, visto che gli angolani hanno tirato giù anche ben 15 rimbalzi offensivi.

Buona la prima, quindi, per il momento solo per il risultato, ma niente di grave, anzi, una vittoria sofferta che forse è stata meglio di una vittoria senza storia, perché il match di domenica contro la Repubblica Dominicana sarà decisivo per quel primo posto nel girone fondamentale per affrontare la seconda fase con meno timori.

Quella azzurra è una squadra che può sorprendere tutti, i nostri lo sanno ma devono da subito ingranare le marce alte, sprigionare senza paure e già dalla palla a due tutto il loro potenziale offensivo, senza timori, senza che il pallone sembri più pesante del solito. Fontecchio è classe pura, Melli una sicurezza così come Tonut. Ma servono i canestri di Polonara e quelli di Spissu, quei canestri che spesso negli ultimi anni hanno alimentato sempre di più la passione dei tifosi verso la maglia azzurra.

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