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Trapani, la fiducia dei veterani: "L'unico obiettivo è lo scudetto"

Galloway e Alibegovic, verso la sfida al vertice con la Virtus e i playoff, dettano la linea: "Repesa? Il fuoriclasse del gruppo, è il valore aggiunto"

06 Mag 2025 - 09:31
 © Ciamillo-Castoria

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Uno l'ha vinto con la Virtus Segafredo Bologna, avversaria del 30° turno di stagione regolare di LBA con in palio la vetta della classifica al termine della regular season (domenica 11 maggio, Segafredo Arena, ore 18.15), nel 2020/21. L'altro è solo alla seconda stagione in Italia, in cui si è fermato ai quarti di finale dei playoff contro Venezia, ma ha alle spalle talmente tante stagioni in NBA da renderlo un serbatoio infinito di aneddoti e consigli vincenti. Amar Alibegovic e Langston Galloway, sulle pagine di Corriere dello Sport e TuttoSport, hanno tolto definitivamente la maschera dal volto della Trapani Shark: "ScudettoNessun traguardo ci può essere precluso".

Se si parla di obiettivi a breve termine, il focus di entrambi è chiaro. "Abbiamo talento, nel gruppo: ognuno può essere protagonista di volta in volta, c'è fiducia reciproca. Bisogna sempre aver voglia di vincere. Ma bisogna definire obiettivi. Siamo stati anche fortunati, abbiamo avuto pochi infortuni. Vogliamo essere pronti ai playoff per giocarcela. L'unico obiettivo è vincere il campionato. Volevo lasciare un segno, venendo in Italia. Ora c'è l'occasione", il pensiero di un Galloway reduce dai 24 punti e 8 rimbalzi a Napoli e i 20 nell'89-81 sull'Olimpia Milano; "Un ambiente così, nella mia carriera, l'ho vissuto solo nel primo anno alla Virtus Bologna. Nessun traguardo ci può essere precluso. Anche se sappiamo bene che i playoff saranno una storia a parte. Facciamo respirare l'aria di una Sicilia bella e vincente. Vorremmo regalare un sogno. Quello di cui Valerio (Antonini) parla sempre. Noi siamo pronti", le sensazioni provate dall'ala grande/centro bosniaca.

© Ciamillo-Castoria

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Un percorso che non sarebbe stato possibile, secondo il parere di entrambi, senza la presenza di coach Jasmin Repesa. Dopo Dimitris Priftis, il croato è il secondo coach della carriera europea di Galloway: "È un players coach: è attento, coinvolge, aiuta tutti. Basta guardare quanto ha fatto con Brandon Jennings, portandolo da Roma in NBA. Aiuta a crescere i giovani, costruisce carriere. È attento anche fuori dal campo". Di allenatori di formazione europea, invece. Alibegovic ha uno storico ben più fornito, ma le qualità di Repesa rimangono uniche: "Siamo una squadra equilibrata e con talento, affidata al vero grande fuoriclasse del gruppo: Repesa. Il coach è il valore aggiunto. Se qualcuno ha fatto un po' di resistenza, per lasciare da parte l'io a vantaggio del noi, ci ha pensato Jasmin. Chi ha fatti salire tutti sulla stessa barca, trattandoci in modo uguale".

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Se il 34enne della Louisiana è arrivato in Italia nell'estate 2023 - "Chiuso il percorso NBA volevo continuare a giocare ad alto livello, amo il basket e ho avuto cura del mio corpo. L'Italia è una delle leghe più competitive. Mia moglie e io avevamo già visitato il Paese e ci era piaciuto un sacco: la gente, l'arte, il cibo, un buon bicchiere di vino. Futuro? Voglio giocare più anni che posso. Ho fatto un gran lavoro col mio corpo e sono stato fortunato a non avere infortuni gravi. Vorrei giocare fino a che mio figlio e mia figlia non saranno grandi abbastanza per giocare, allo sport che avranno scelto" -, il 30enne bosniaco ci è tornato nello scorso aprile dopo un paio di stagioni tra Turchia e Slovenia: "Il progetto che il pres Antonini mi aveva illustrato, quando accettai di firmare per Trapani, era solido, serio, con vista sul futuro. Ma di bruciare così velocemente le tappe non ci credeva nessuno. Anzi, direi solo lui. Dopo la promozione, pur da neofita, ha fatto scelte giuste. Trapani? Città pazzesca, popolata di gente fantastica. Se sono a prendere un caffè mi travolgono di affetto: quando vado al supermercato devo far valere la mia stazza, vorrebbero farmi passare avanti e saltare la fila".

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Una stagione sin qui da 22 vittorie in LBA, "girata" secondo Alibegovic grazie alla reazione del gruppo nel momento più complicato: "La sconfitta con Trieste in Coppa Italia? Lì non abbiamo mostrato il nostro volto, giocando divisi. Una delusione forte, che è servita a capire che direzione avremmo dovuto prendere". Una svolta decisiva e positiva, a giudicare dalle 9 vittorie nelle successive 10 gare giocate: dalla trasferta a Bologna fino alle settimane di giugno, Galloway e Alibegovic potrebbero essere tra i protagonisti di una delle storie più memorabili della pallacanestro italiana, firmata Trapani Shark.

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