Le parole di Alberto Bernardeschi non lasciano spazio a interpretazioni e, di fatto, spalancano le porte all'addio del giocatore, ormai sempre più vicino a vestire la maglia bianconera. Il papà dell'attaccante viola racconta la strada percorsa per raggiungere certi livelli: "Sono un papà felice e orgoglioso, al di là di ciò che potrebbe accadere tra breve. La parola sacrificio, per me e per la mia famiglia, è la base della vita. Ne valeva la pena anche per ciò che ha saputo fare Federico e per i traguardi che sono convinto saprà raggiungere nel corso di una carriera da lui voluta fortemente. Siamo partiti dalle nostre biciclette. Lui con la sua per andare a scuola. Io con la mia per raggiungere il posto di lavoro. Poi, insieme, andavamo al campo di pallone quando faceva sera. La sua passione è quella da quando aveva sei anni. L'Atletico Carrara è stata la sua prima scuola. Poi siamo passati al treno. Per andare e tornare da Empoli, al Ponzano. Addirittura l'aereo, qualche volta, per raggiungere Crotone. Infine la Fiorentina. Una società della quale posso solo parlare bene, perché dopo l'incidente subito da Federico lo ha seguito e curato come un figlio, consentendogli persino di vestire la maglia della Nazionale. Un poco come fece Pier Cesare Baretti con Baggio quando era in viola con un ginocchio a pezzi".