Quello sguardo indimenticabile a Manchester: Andriy Shevchenko compie 40 anni

L'ex attaccante del Milan è attualmente il ct dell'Ucraina: il compleanno nello stesso giorno di Silvio Berlusconi

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Nella mente di tutti i milanisti c'è impresso il suo sguardo, quel 28 maggio 2003, dopo 120' di battaglia e nove rigori. Sul dischetto Andriy Shevchenko aveva 26 anni e stava per diventare grande. Sì, con quel tiro alla sinistra di Buffon l'ucraino ha raggiunto la maturità calcistica e si è ritagliato un posto importante nella storia del Milan, il primo passo verso l'Olimpo rossonero. Oggi compie 40 anni e di strada ne ha fatta. Partito da Kiev è diventato l'attaccante più forte del mondo nel 2004 con il Pallone d'Oro alzato al cielo.

Nel 1999 l'inizio di un'avventura fantastica con la maglia del Diavolo, voluto da Braida e “adottato” da Silvio Berlusconi. Tra lui e il presidente c'è sempre stato un feeling speciale, sarà per la data di nascita in comune. Un rapporto da padre e figlio che nessuno ha mai nascosto: Andriy nel Milan ha trovato una seconda famiglia. Così sono arrivate raffiche di reti. Il titolo di capocannoniere conquistato subito, con Zaccheroni in panchina, è stato il biglietto da visita.

Il fiuto del gol il suo punto di forza: come dimenticare il capolavoro segnato a Buffon, sempre lui, il 9 dicembre 2001. Un mix di potenza e tecnica, un destro all'incrocio dei pali da posizione più che defilata. Una perla dietro l'altra ha fatto innamorare i tifosi del Milan e tutti gli amanti del calcio. Faccia pulita e mai un comportamento scorretto, in campo prendeva tante botte ma aveva sempre rispetto degli avversari nel perfetto stile Milan.

Stagione da incorniciare quella del 2002-2003, anche se iniziata con un brutto infortunio da cui è uscito più forte di prima. Si ricorda la cavalcata in Champions con i gol all'Ajax e nel derby contro l'Inter prima di quel rigore che gli ha fatto alzare al cielo la sua prima e unica Coppa dalle grandi orecchie. Un rimpianto per un campione del genere.

Il calcio si sa, dà e toglie e il Dio del Pallone gli ha tirato un brutto scherzo due anni più tardi in quel di Istanbul. 25 maggio 2005, la data. Stadio Atatürk, il luogo. Al minuto 120', dopo una partita surreale, gli capita su suoi piedi il pallone della vittoria. Tiro a botta sicura, ma l'intervento di Dudek è miracoloso. Poi il resto è storia con l'ultimo penalty decisivo a consegnare la Coppa al Liverpool.

Nell'estate 2006 la dolorosa separazione con il Milan per approdare al Chelsea. Una scelta spiegata in una conferenza stampa dal clima surreale a fianco di Galliani. Via per motivi familiari, per far crescere il figlio a Londra con la lingua inglese. La fine di una storia incredibile fatta di 173 gol in 296 presenze.  Poi il ritorno a casa nel 2008 non è stato fortunato, una piccola macchia che, però, non cancellerà mai quanto di bene fatto a San Siro.

Senza dubbio l'attaccante più forte del Milan dell'era moderna, anche se sulle spalle portava il numero 7. Bravo di destro e di sinistro e abile di testa. Bomber completo che ha fatto venire il mal di testa ai difensori del campionato e della Champions League per sette lunghi anni. Buon compleanno Andriy, in bocca al lupo per la tua nuova carriera da allenatore.

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