Il capitano di Davis: "Jannik non si mette mai sul trono, ma aiuta sempre i compagni. Vogliamo il terzo successo nei prossimi tre anni"
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Dopo la vittoria a Wimbledon di Jannik Sinner, anche Filippo Volandri si aggiunge al coro di esaltazione del numero uno del ranking Atp sottolineando le qualità e l'importanza dell'altoatesino anche all'interno del gruppo azzurro. "A Wimbledon Sinner ha fatto qualcosa di incredibile - ha dichiarato il capitano di Coppa Davis -. In finale nessuno dei due nei primi game ha giocato un tennis pulito, però poi Jan ha messo un'altra marcia. È straordinario, un tennista grandioso".
"Il Centre Court è diverso da tutti gli altri Slam. L’atmosfera è sempre speciale, può intimidire perché quello è il campo dove hanno trionfato tutti i grandi, dove si è fatta la storia del tennis - ha proseguito Volandri parlando ancora dell'ultimo atto di Wimbledon -. C'è stato un tifo molto diverso da quello di Parigi, dove si era sentito tanto il sostegno per Alcaraz. Qui all’inizio c'era giustamente una leggera preferenza per lo spagnolo, poi si è visto che tifavano per la partita e lo spettacolo. Sul finale, però, il tifo per il nostro campione si è levato forte".
"Quando Jannik è in campo, quando deve giocarsi un match, è una macchina da guerra - ha aggiunto -. Quando però è in Davis, o quando ci sono altri italiani è fantastico perché si mette sempre a disposizione". "È anche questa la sua grandezza: non si mette lassù sul trono da numero uno ma cerca sempre di aiutare a suo modo con una parola, uno stimolo, una domanda come ha fatto a Londra anche con Vasamì e Basile", ha continuato sottolineando l'umiltà e la grandezza dell'altoatesino.
Poi qualche battuta sul gruppo azzurro che sta brillando in Coppa Davis. "Da tecnico oltre che da capitano della Nazionale mi fa felice che siano tutti bravi e che si spingano a migliorarsi. Pure Berrettini ha sempre aiutato Cobolli, anche quando ha debuttato in Davis - ha spiegato Volandri -. A Parigi Musetti si è allenato con Vasamì. Durante le pause degli allenamenti si parla, ci si scambiano opinioni, si cresce". "Cobolli? Ogni tanto racconta che non gli piace allenarsi, ma non è così. È diventato molto professionale, è cresciuto, maturato e risultati sono arrivati - ha aggiunto -. Ora va trattato come un giocatore forte. Flavio è uno straordinario atleta e questa preparazione va mantenuta. Quindi bisogna gestire la quotidianità". "Quando giocavo io si era tutti slegati, ognuno per sé, col proprio allenatore, c’era tanta diffidenza nei confronti della federazione - ha continuato -. Invece siamo stati bravi a metterci a disposizione dei giocatori, creando un clima di fiducia e collaborazione. Si è creato un circolo virtuoso che sta facendo bene a tutti. Siamo un grande gruppo".
Infine sguardo al futuro e al prossimo obiettivo. "Il progetto è di vincere la terza Coppa Davis entro il prossimo triennio, in cui giocheremo sempre in casa. Abbiamo una squadra talmente ricca e variegata che quando qualcuno non ce la fa, ci sono altri che stanno bene - ha concluso Volandri -. Anche a Wimbledon, abbiamo avuto le uscite premature di Berrettini e Musetti ma abbiamo bilanciato con le buone notizie di tre italiani agli ottavi con un Sonego ritrovato, un Cobolli ai quarti e il titolo di Jannik".