A MELBOURNE

Australian Open: Djokovic indagato per falsa dichiarazione di viaggio

La decisione del governo australiano potrebbe slittare

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Dovrebbe ancora slittare la decisione finale del ministro dell'Immigrazione australiano sull'espulsione di Novak Djokovic. Il Governo federale sta esaminando se il numero 1 al mondo abbia mentito sul suo modulo di viaggio quando ha affermato di non aver viaggiato nei 14 giorni precedenti al volo che lo ha portato in Australia. Secondo le norme serbe, sarebbe dovuto rimanere in quarantena fino al 30 dicembre, ma nei giorni successivi alla positività del 16 dicembre avrebbe presenziato a diversi eventi.

A tutti i viaggiatori in arrivo in Australia viene chiesto se hanno "viaggiato o viaggeranno nei 14 giorni precedenti al ​​volo per l'Australia". Vengono inoltre avvertiti: "Dare informazioni false o fuorvianti è un reato grave. Si può anche essere passibili di una sanzione civile per aver fornito informazioni false o ingannevoli". Partito dalla Spagna alla volta di Melbourne, il tennista sicuramente è stato in Serbia nei giorni successivi al 20 dicembre, data a partire dalla quale si devono calcolare i 14 giorni cui fa riferimento il modulo di viaggio da lui sottoscritto.

IL DOCUMENTO INCRIMINATO

LA SPAGNA: "NESSUNA TRACCIA DI UN SUO PASSAGGIO"
Il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha dichiarato martedì di non avere alcuna informazione sul fatto che Djokovic abbia visitato la Spagna prima di recarsi in Australia. Alla domanda di un giornalista se sapesse se il serbo fosse entrato in Spagna a dicembre, Albares ha risposto: "Non ho tracce di questa presenza di Djokovic. Non siamo stati contattati dal governo australiano per richiederci tale documentazione".

LA DECISIONE SUL VISTO POTREBBE SLITTARE
È difficile che venga presa in giornata una decisione sul caso Djokovic. Il serbo ha vinto il ricorso contro il governo australiano relativamente alla bocciatura del suo visto ma è in attesa della decisione finale del Ministero dell'Immigrazione che può comunque espellerlo dal Paese. Difficile però che questa decisione possa arrivare oggi. Intanto il serbo si è allenato alla Rod Laver Arena. "Come spiegato ieri nel Tribunale - è scritto in una nota - il Ministro Hawke sta considerando la cancellazione del visto di Djokovic in base alla sezione 133C(3) del Migration Act. In linea con questo processo, il Ministro sta valutando attentamente la questione. Il procedimento è in corso, per ragioni legali non saranno fatti ulteriori commenti".

COLLOQUIO TELEFONICO TRA PREMIER AUSTRALIANO E SERBO
Sulla questione si registra una telefonata tra il primo ministro australiano Scott Morrison ed il primo ministro serbo Ana Brnabic. Il premier Morrison ha chiesto ai due governi di lavorare a stretto contatto. Morrison ha spiegato la politica di frontiera non discriminatoria dell'Australia e il suo ruolo nella protezione del paese durante la pandemia di COVID-19. I leader hanno deciso di rimanere in contatto sulla questione e di rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali. Dal canto suo il primo ministro serbo ha chiesto a Morrison di garantire che Djokovic sia trattato con dignità considerando che Novak Djokovic non è stato autorizzato ad allenarsi nei giorni precedenti e il torneo di Melbourne inizia questo fine settimana. Allo stesso tempo ha chiesto che tutte le informazioni fossero scambiate direttamente tra i due governi.

IL PREMIER DI VICTORIA: "DECISIONE SPETTA AL GOVERNO"
Sulla vicenda è intervenuto anche il premier dello stato di Victoria Daniel Andrews per il quale la decisione principale di concedere un visto spetta esclusivamente al governo australiano e non coinvolge Victoria. "Questo torneo è molto più grande di chiunque altro: è un Grande Slam, è la cosa più importante nel tennis nel primo trimestre dell'anno, ogni anno".

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