Trofeo Vanoni, il Mondiale delle foglie morte all'Atletica Valle Brembana di Baldaccini, Puppi e Cavagna

Edizione “stellare” per la superclassica autunnale di corsa in montagna

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L’Atletica Valle Brembana di Baldaccini, Puppi e Cavagna vince il "mondiale delle foglie morte” interrompendo lo strapotere transalpino dei ragazzi di Jean Claude Louison. Un totale di mille atleti, oltre diecimila spettatori ed una splendida giornata di sole sono stati gli ingredienti di una epica 62esima edizione. L’evento più atteso del mountain running italiano è culminato con la prova uomini. Grazie alla presenza della nazionale italiana al gran completo e di diverse rappresentative straniere di livello, la gara si preannunciava decisamente incerta. Il format quello di sempre: staffetta a tre elementi con il classico giro da 7250m (435 D+) che, risalendo l’antica Via Priula, ha portato ogni singolo frazionista sino alla chiesetta di Arzo prima della picchiata verso il traguardo.

Pronti, via, a rompere gli indugi è stato il brianzolo di origine veneta Gabriele Bacchionche per primo è transitato nella torcida del tempietto portandosi in scia il gruppo dei migliori. Quando poi la gara è entrata nel vivo il recordman della gara Alex Baldaccini è salito in cattedra guadagnando la testa della corsa. In scia dell’azzurro in forza all’Atletica Valle Brembana si è portato il talentuoso Alberto Vender (Valchiese). In seconda frazione nessun ribaltone con il lariano Francesco Puppi che ha gestito il gap sui diretti avversari. Al talentuoso Nadir Cavagna il compito di non dilapidare quanto di buono avevano fatto i suoi compagni di squadra. Compito non proprio agevole visto che già in seconda frazione un fuoriclasse come Xavier Chevrier aveva riportato sotto il Valli Bergamasche e lasciato in terza uno scatenato Cesare Maestri, forse l’uomo più in forma del momento. La terza frazione è stato un gioco di nervi sino al traguardo. Alle spalle di Cavagna, Maestri e un intramontabile Julien Rancon hanno fatto scintille rendendo quanto mai incerto l’esito finale. Il trentino Maestri avrà pure fatto segnare il migliore crono di giornata (29’27”), ma in solitaria sul red carpet di Via Vanoni si è presentato un sorridente Cavagna che con crono complessivo di 1h31’21” ha sancito lo strameritato successo dei biancorossi del Valle Brembana. Seconda piazza finale per il Valle Bergamasche Leffe A di Cagnati, Chevrier, Maestri, mentre i francesi (Fine, Cachard, Rancon) vincitori 2018 sino sono dovuti accontentare della terza piazza. 
 


Per quanto riguarda il Vanoni donne, la due volte iridata di corsa in montagna Lucy Murigi rispetta i pronostici della vigilia. Per lei, nonostante una caduta in discesa appena prima del fatidico salto, successo di giornata a pochi secondi dal record gara di Emmie Collinge. Il 36esimo Vanoni femminile ha regalato emozioni a non finire, già a partire dal numero incredibile di partecipanti: ben 112 al via. Un fiume rosa che dalla centralissima via Vanoni si è inerpicato su per la Via Priula tra due ali di folla. In testa alla corsa subito la favoritissima Murigi (Run2gether), alla quale si agganciano l’irlandese Sarah McCormack e la francese Elise Poncet. In cima al dosso scollinano tutte nell’ordine con un distacco risicato. Discesa a tutta, ma al mitico “salto” la keniana arriva lunga, frena all’ultimo sbilanciandosi ed è forse proprio lì che perde i preziosi secondi che non le permetteranno di strappare il record alla Collinge. Il primo posto però non vacilla, Lucy continua la sua marcia trionfale e taglia il traguardo dopo 21”16”, a soli 3 secondi dal 21’13” del record. Alle sue spalle la McCormack (Snowdon Race Team) si porta a casa la seconda piazza in 21’23”, precedendo di cinque secondi la Poncet. Le prime tre racchiuse in dodici secondi: un dato che la dice lunga sul livello della gara. Un Vanoni femminile memorabile, andato in scena su di un percorso un po’ scivoloso nella parte iniziale della via Priula, con una Lucy Murigi accolta come una superstar a Morbegno tra selfie e strette di mano. “Il salto mi ha preso un po’ alla sprovvista, peccato non aver fatto il record, ma è stata comunque una bellissima gara” questa la dichiarazione della gazzella keniana che ha sicuramente  lasciato una traccia indelebile nella storia del Vanoni femminile. 

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