TRAILRUNNING

"Posso battere Kilian", parola di Davide Magnini

Nostra intervista con l'astro nascente del trailrunning mondiale, ora pronto per la stagione dello scialpinismo ... con un occhio alle Olimpiadi di Milano e Cortina 2026

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Si divide tra scialpinismo e trailrunning, sta emergendo prepotentemente in entrambe le specialità, non è più una semplice promessa, anzi “studia” da campione: stiamo parlando di Davide Magnini, che nel 2018 ha fatto sensazione vincendo la finale delle MiguRun Skyrunner World Series di Limone sul Garda e quest’anno, passato alle Golden Trail World Series by Salomon, ha fatto ancora meglio.

Davide da Vermiglio, in Trentino, ha vinto due delle prove in calendario nelle GTWS e chiuso in seconda posizione sia la finalissima in Nepal che la classifica generale del circuito, in entrambi i casi alle spalle di Sua Maestà Kilian Jornet. Il gigante e il bambino o, se preferite, Davide contro … Golia! Insomma, un talento dalla classe innata e dalla maturità sorprendente per i suoi ventidue anni. Noi lo abbiamo incontrato - grazie ai buoni uffici di Andrea Callera (Team Manager Salomon) a margine di una serata “Meet&Greet” moderata da Maurizio Torri nel Runaway Store di Milano dove Davide “Babyface” Magnini ha commentato le immagini più belle della sua straordinaria stagione estiva sui sentieri, raccontato i primi confronti con Kilian, svelato i segreti della sua preparazione, illustrato i progetti per la “campagna invernale” dello scialpinismo, praticamente già iniziata. Il tutto in un’atmosfera conviviale e rilassata, catturando da subito l'attenzione e l'ammirazione di una platea tanto interessata quanto esclusiva. Appassionata, quindi competente. Come non approfittarne per un’intervista one-to-one, anzi (visto il contesto “easy”) quattro chiacchiere con Davide sul presente, il futuro immediato e quello più a lungo termine, magari … a cinque cerchi? Passione e riflessione, spontaneità e maturità.  E poiché – a causa dei tempi televisivi, solo una piccola parte dell’intervista è confluita nel nostro servizio per il Magazine di Studio Aperto, abbiamo pensato di riproporvela qui, integralmente. Eccola.

Davide, la stagione del trailrunning si è conclusa in Nepal con la finale delle Golden Trail World Series ma tu adesso sei concentrato sulla tua seconda attività sportiva, che è lo scialpinismo … Qual è il tuo obiettivo per questo inverno e poi la prossima primavera?

Punto sicuramente a fare bene in Coppa del Mondo, magari ottenere con qualche podio in più a livello assoluto perché la scorsa stagione mi sono reso conto che posso arrivare sul podio nella categoria Elite (Davide è all’ultimo anno da Espoir, Under 23, ndr). Quindi l’obiettivo è agguantare qualcosa in più. E poi … focus sulla Grande Course ed in particolare sull’Adamello Ski Raid che si corre sulle nevi di casa e che la scorsa primavera è stato rinviato. Quindi un nuovo tentativo, una nuova chance. E poi appunto la finale di Coppa del Mondo in concomitanza con gli Europei a Madonna di Campiglio ad inizio aprile sarà sicuramente un evento importante per me.

Alle Olimpiadi Invernali del 2026 - se nel programma entrasse lo scialpinismo - ci stai pensando?

Ci penso si, è il mio sogno! I Giochi sono il coronamento della carriera per ogni sportivo. L’Olimpiade è il massimo obiettivo che si possa raggiungere e spero vivamente che tra qualche anno a Milano-Cortina anche lo scialpinismo possa … brillare delle medaglie olimpiche. Speriamo! Bisogna lavorare per arrivarci ma è uno degli miei traguardi a lungo termine.

Da professionista non fai sicuramente distinzioni di questo tipo ma … tu preferisci correre d’estate o sciare d’inverno?

Mi piace correre in estate e quando arriva l’autunno sono quasi ... stufo di correre. Quando le cime diventano bianche ho voglia di mettere gli sci e la motivazione è alta. Viceversa, al ritorno della primavera, dopo cinque o sei mesi di solo scialpinismo, risale il desiderio di dedicarsi alla corsa in montagna ed al trailrunning. Non c’è uno sport che preferisco all’altro. Diciamo che per ora sono uno il complemento dell’altro nell’arco dell’anno.

Nelle Golden Trail World Series di quest’anno tu hai vinto la Marathon du Mont-Blanc a Chamonix e la Dolomyths Run di Canazei. Poi sei arrivato secondo nella finale in Nepal e nella classifica generale, in entrambi i casi alle spalle di Kilian Jornet. Lui è un tuo idolo?

Si! Kilian è sempre stato il mio idolo, fin da quando ero bambino. Guardavo alle sue imprese ed ai suoi record come a qualcosa di impressionante e lui mi stupisce ancora adesso, continuando a fare cose notevoli, anche recentemente sull’Everest. Poi ho avuto la fortuna che, da mio idolo, Kilian è diventato anche mio compagno di squadra e soprattutto mio amico. Mi ha permesso di conoscerlo in modo più approfondito, come persona, al di là dell’atleta che tutti conoscono.

Pensi di poterlo battere l’anno prossimo, nella classifica generale?

Ci proveremo … Si può provare!

Ma che effetto ti fa correre con lui? Che effetto ti ha fatto la prima volta che hai corso con e contro il tuo idolo?

La prima volta che ci siamo scontrati veramente è stato nella Coppa del Mondo di scialpinismo l’anno scorso. Ed è stato un onore, una soddisfazione vedere che riuscivo a stargli vicino. Ma avevo già battagliato con lui ai Campionati Europei dell’Etna di due anni fa durante tutta la gara vertical, anche se poi allo sprint finale la sua esperienza e soprattutto la sua superiorità a livello atletico hanno prevalso …! Poi, anche d’estate vedere che nel trailrunning - che è la sua specialità - riuscivo a stare con lui … mi ha dato più motivazione e soddisfazione.

Tu hai ventidue anni e ne dimostri ancora di meno. Lo sport e il professionismo cosa si portano via della tua giovane età?

Mah, tanti dicono che lo sport è sacrificio e sicuramente a volte ti costringe a fare delle scelte magari non proprio tipiche della mia età. Però, visto che sono appassionato, che lo sport mi piace, per me è diventata la normalità. Se non faccio un’attività sportiva, se non mi sfogo in qualche modo mi sento come se mancasse qualcosa, non mi sento completo e realizzato. Quindi non è proprio un sacrificio, anzi è un piacere poter fare sport ogni giorno.

Ci sono altri sport, oltre a quelli che pratichi già, che ti piacciono e che ti sarebbe piaciuto fare al livello di quello che fai adesso?

Beh, la mountain bike! In passato ci ho anche provato, prima di dedicarmi alla corsa in montagna. Ho fatto una stagione di gare di cross-country con la mountain bike e andavo anche piuttosto bene. Però l’ambiente non era proprio adatto a me, era un po’ tutto forse troppo “esaltato”, troppo … caotico ed allora sono passato alla corsa in montagna. Comunque la mountain bike rimane  una buona opportunità di allenamento, la uso tantissimo d’estate.

Quando non metti il pettorale, quando non sei in competizione, ti piace andare in montagna, camminare, correre per conto tuo, solo per divertimento?

Si, molto! Oltre agli allenamenti molto spesso vado con mio papa’ a fare alpinismo classico in montagna oppure a caccia o anche semplicemente a camminare nei boschi e mi piace molto!


 

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