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Maratona: ecco la Venicemarathon nella domenica del cambio dell’ora

Attesi al via circa 13.000 runner contando anche i partecipanti alla prova sui 10 km

25 Ott 2018 - 11:37

Domenica 28 ottobre, l’Italia della maratona gioca uno dei suoi quattro assi. Quattro sono, infatti, le 42,195 km su territorio italiano capaci stabilmente di contare a ogni edizione più di 4.000 finisher: Roma (13.318 arrivati nel 2017), Firenze (8.438), Venezia (5.908) e Milano (5.303).
Nel giorno del cambio dell’ora va in scena la 33ª edizione della Huawei Venicemarathon: i maratoneti partono alle 9:15 da Stra, con la scenografia della villa Pisani progettata dal Palladio, e procedono lungo la riviera del Brenta attraversando le località di Fiesso d’Artico, Dolo, Mira, Oriago, Malcontenta e Marghera fino a Mestre, dove dal parco di San Giuliano si immettono sul lungo “ponte della Libertà” che conduce a Venezia. La prova si conclude in Riva Sette martiri dopo un passaggio da brividi in piazza San Marco (nella foto di Pierluigi Benini).

La maratona della Laguna concentra le difficoltà nella parte finale: si raggiunge il parco di San Giuliano all’altezza del trentesimo chilometro, quando l’organismo dei maratoneti va incontro al cosiddetto muro, l’esaurimento delle scorte di glicogeno che può abbattere anche la più ferrea delle volontà. E proprio nei chilometri successivi la solidità psicologica viene messa a dura prova con il lungo rettilineo che conduce a Venezia, quasi un miraggio sullo sfondo del ponte della Libertà. Negli ultimi 2 km, poi, il concorrente misura la propria resistenza muscolare sui numerosi ponti, attrezzati con rampe per evitare gli scalini, ma a quel punto l’emozione impagabile generata dalla “Grande bellezza” veneziana, più efficace di qualsiasi integratore, li guida verso il traguardo di riva Sette martiri. Sulla stessa linea d’arrivo saranno a quel punto già transitati anche i partecipanti alla “VM10KM”, la prova competitiva di 10 km che propone come tracciato la parte finale della maratona. Nel totale delle due prove sono oltre 13.000 i runner attesi al via.

Come in una sottile suggestione, la starting list dei top runner restituisce a Venezia la sua storica vocazione all’Oriente. È infatti in gara anche il giapponese Yuki Kawauchi, vincitore a sorpresa dell’ultima edizione della maratona di Boston, disputata in un lunedì 16 aprile caratterizzato da condizioni climatiche proibitive.
Nella monotonia dell’eccellenza tecnica, concentrata quasi esclusivamente sui corridori africani, la curiosità dei media è stata risvegliata dalla storia di questo impiegato statale nella Prefettura di Saitama, che solo il prossimo aprile si congederà dal lavoro per diventare un professionista del running.

Kawauchi correrà a Venezia la propria 87ª maratona, la decima del 2018. In totale ne ha corse 79 in meno di 2:20’. Per questo suo stakanovismo di altissimo livello, qui in Italia viene definito “il Calcaterra del sol levante”. Anche il romano tre volte campione del mondo della 100 km, infatti, è un dilettante che soprattutto nella prima parte della carriera era solito correre molte maratone all’anno e sempre con ottimi tempi.
A Boston Kawauchi è stato capace di battere il campione mondiale in carica, il keniano Geoffrey Kirui, mentre a Venezia dovrà vedersela con altri keniani, meno famosi di Kirui, ma forse più affamati di gloria e denaro: Philip Kangogo Cheruiyot (personal best 2:08’16”), Kipkemei Mutai, (2h10’16”) John Komen (2:08’13” stabilito con la vittoria a Venezia nel 2009) e Mekuant Ayenew Gebre, (etiope, 2:09’00”).

Nella prova femminile i favori del pronostico sono per la keniana Angela Jemesunde Tanui (2:26’31”), ma in una gara dall’andamento tattico potrebbe dire la sua anche la croata Nikolina Sustic, campionessa mondiale della 100 km.

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