SKYRUNNING

Le Grigne con grinta: Alessandro Bonesi e Cecilia Pedroni domano il nuovo corso di UTLAC40K  

Il fascino delle creste rocciose vista lago ed un finale tutto nuovo... ed a sorpresa per la terza edizione di una prova riservata ad un centinaio di avventurosi.

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© UTLAC

Un piccolo KIMA delle Grigne, spunti di Scaccabarozzi, ma non solo. Lo abbiamo sentito definire così (ed appunto in diversi altri modi, non tutti riportabili…) il terzo episodio di UTLAC40K, il Gran Trail delle Grigne andato in scena sabato 11 giugno lungo i 43 chilometri abbondanti ed i 3900 metri di dislivello positivo di un itinerario leggendario ed a tratti temerario, da vera e propria skymarathon: di nome e di fatto! E se gli accostamenti ad altri appuntamenti classici della disciplina dovranno trovare ulteriori conferme nelle prossime edizioni (non c’è ragione perché ciò non avvenga, la base è solidissima… l’altezza o meglio la quota, anche!) Alessandro Bonesi e Cecilia Pedroni possono senz’altro incorniciare un’affermazione di valore assoluto.

Nella prova maschile, lo skyrunner di ASD Atletica Alto Lario ha portato a termine la sua fatica vincente in sei ore, 25 minuti e 12 secondi. Una performance di valore assoluto, condotta in porto (quasi letteralmente...!) senza peraltro potersi mai concedere pause di sorta, visto che il suo più diretto inseguitore in gara - Mauro Maffeis del team Gaaren#Beahero - ha tagliato il traguardo del Lido di Mandello con un ritardo inferiore al minuto: quarantaquattro secondi, per la precisione. Sì, avete letto bene: quarantaquattro secondi dopo quasi sei ore e mezzo di gara! Terzo gradino del podio per Denny Pungitore (SEV Valmadrera) che ha invece bloccato la fotocellula sul finish time di sei ore, 39 minuti e 18 secondi.

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Al femminile la firma d’autore è quella della favoritissima della vigilia Cecilia Pedroni (ASD Pegarun) che ha dominato la prova per tutta la sua durata e si è imposta al traguardo di Mandello con un tempo (sette ore, 41 minuti e 46 secondi), che le è valso un piazzamento nella classifica generale alle porte della top ten: undicesima assoluta. Non c'è molto da aggiungere ad una performance che riporta la tenace Cecilia a livelli di assoluta eccellenza.

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Secondo gradino del podio per quella che possiamo considerare la rivelazione di UTLAC40K venti-ventidue: l’emergente Francesca Crippa di GEFO K-TEAM (Gruppo Escursionisti Falchi Olginatesi) che ha chiuso la sua prova ventuno soli secondi sopra le otto ore di gara e quindicesima assoluta. Terzo ed ultimo gradino del podio per la inossidabile Elena Peracca, sempre nei quartieri altissimi delle classifiche quando si corre sui suoi sentieri di casa (ma non solo, naturalmente). Ventitreesima piazza assoluta per Elena, compagna di colori del vincitore della prova maschile.

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Scattata alle sette del mattino da Piazza dei Cappuccini di Lecco (centrale ma al tempo stesso vicina ai margini settentrionali del capoluogo di provincia lariano), la prova ha visto al via centoundici atleti, novantatré dei quali sono poi riusciti a completare la prova (dodici le donne al traguardo). E se i vincitori e gli occupanti del podio ce l’hanno fatta per l’ora del pranzo o giù di lì, va sottolineato come la maggior parte dei finishers abbiano portato a termine la prova nel pomeriggio inoltrato e fin quasi all’ora del tramonto di un sabato caldissimo, alle basse come alle alte quote dell’itinerario, che ha aggiunto fatica... alla fatica. 

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La prima parte del percorso consisteva in una “sparata” a tutta o quasi da Lecco fino alle porte di Mandello, dove aveva inizio un vero e proprio vertical (di fatto una gara nella gara) che portava dalle rive del Lario ai 1730 metri di quota del Rifugio Rosalba, sulla spalla della Grigna Meridionale (la "Grignetta" dei lecchesi, 2177 metri di quota). Qui aveva inizio il settore più tecnico e “sky” della prova: una traversata lungo un settore attrezzato con catene, corde e passaggi in alcuni casi esposti sul vuoto che - tra Colle Valsecchi e Bocchetta del Giardino - contornava alla sua base la testata della selvaggia Val Scarettone

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Messa alle spalle la via ferrata, l’itinerario sconfinava sul versante della Valsassina, proponendo una sezione in larga parte in discesa su terreno più abbordabile ma ugualmente impegnativo, perché molto più corribile, fino allo snodo del Rifugio Antonietta al Pialeral, secondo cancello orario dopo quello del Rosalba e capolinea per quanti a questo punto (nemmeno metà del chilometraggio) avevano già intaccato le riserve di energie e non avrebbero più potuto fare fronte al successivo taglio: quello - proibitivo - del Rifugio Brioschi, appena sotto i 2410 metri della vetta della Grigna Settentrionale, GPM della prova.

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La risalita del popolare ma mai da sottovalutare “Grignone” ha impegnato gli atleti per un paio d’ore (facendo una media tra top runners ed amatori). In vetta tutti indistintamente hanno trovato ad accoglierli Claudio Ghezzi, il “re delle Grigne” (più di cinquemilaseicento ascese sul Grignone stesso) che sarebbe improvvisamente scomparso ventiquattro ore più tardi, precipitando dalla via ferrata sul vicino Sasso dei Carbonari, lasciando una sensazione di incredulità prima e subito dopo di grande tristezza tra gli appassionati di montagna, alpinismo ed anche skyrunning. Claudio infatti alternava le salite solitarie e di servizio al Rifugio Brioschi con apparizioni al via di prove competitive sky e vertical sulla sua montagna del cuore. Attaccando il pettorale e spingendo sui bastoncini.

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Doppiato il GPM, i superstiti dei centoundici al via hanno affrontato la discesa (con tratti attrezzati nei primi duecento metri di dislivello) fino al Rifugio Bogani. Di qui, nelle prime due edizioni di UTLAC40K (2019 e 2021) il percorso puntava direttamente e senza più particolari... asperità di rilievo (una volta ancora, nel vero senso della parola) sulla conca di Esino Lario ed il traguardo. Non quest’anno, però. E se lo spettacolare scollinamento “sky” del percorso originale alla Bocchetta del Guzzi è (ce lo auguriamo!) solo rimandato alle prossime edizioni, il ritorno sul versante lecchese è avvenutoappena più in basso, all’altezza della Bocchetta di Piancaformia: in pratica all’inizio dell’omonima cresta che - con difficoltà crescenti ed a tratti alpinistiche - sale in quota e va a spegnersi proprio in cima al Grignone.

Per gli atleti a questo punto una lunga traversata a saliscendi verso il Rifugio Bietti Buzzi, ultimo passaggio-chiave della gara, dove aveva inizio la lunga (lunghissima) picchiata verso Mandello Lario. Un rientro al traguardo affatto banale: a tratti ripido (sia in discesa che in salita, per aggirare le pareti verticali scavate dalla forra del torrente Meria) e con un finale… a tradimento (non ce ne vogliano gli organizzatori!) che - già rimesso piede sull’asfalto torrido ma finalmente liscio - dei quartieri di Rongio e Maggiana, riportava tra i boschi per tre chilometri che molti di noi hanno… maledetto, imprecando in vari modi e tirando fuori i commenti “non riportabili” di cui all’inizio di questo resoconto. 

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Il lavoro fatto dalla triade di Larius ssdrls (Andrea Gaddi, Nicola Pontiggia e Marta Poretti), degli Enti e delle Amministrazioni locali coinvolte è stato infatti premiato da commenti largamente positivi ed entusiasti, soprattutto da parte degli atleti impegnati in gara. Recensioni positive che - è facile ed augurabile prevederlo - porteranno ad un incremento di richieste di partecipazione per gli anni a venire, anche se crediamo che eventi di questo genere meritino un maggior numero di top runners al via ed al tempo stesso un controllo attentissimo (d'altra parte già in atto quest'anno) delle credenziali degli amatori. E per diretta conseguenza un tetto alle iscrizioni adeguato ed in linea con qualità e sostanza della prova stessa. 

Podio a parte intanto, la top six maschile mette in fila - dal quarto al sesto posto appunto - Maichol Capelli (Gaaren#BeaHero), Maurizio Merlini (Altitude Race) e Christian Nodari. Tra le donne invece Serena Piganzoli (Sport Race Valtellina), Lia Maria Pozzi e Sara Bergamelli (G.S. Orezzo).

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Oltre che come gara a sé stante, UTLAC40K rappresentava il gran finale dell'evento "sparso" UTLAC, aperto poco più di quattro settimane fa dalla "mostruosa" 250K endurance, l'ultragiro del Lago di Como vinto dal portacolori di Hoka ONE ONE/Dynafit Peter Kienzl e da quella di TRM Trail Running Movement Marina Plavan. Ed era soprattutto valida come seconda metà (abbondante!) del Challenge iniziato domenica 15 maggio con la 30K da Bellagio e Lecco, la piccola perla del sistema-UTLAC, vinta da Fabio Congiu ed Elisa Pallini (ASD Pegarun).

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Nella combinata 30+40 ad imporsi sono stati Denny Pungitore e Cecilia Pedroni. L’atleta di SEV Valmadrera (settimo nella trenta, secondo nella quaranta) ha prevalso sugli altrettanto versatili Umberto Casiraghi (OSA Valmadrera) e Daniele Paolo Taccagni (ASD Atletica Alto Lario). Seconda a maggio e prima sabato scorso, Pedroni non ha invece lasciato scampo alle avversarie ma la sua performance (quarta assoluta nel Challenge) aggiunge valore anche al risultato finale di Elena Peracca e Sara Bergamelli che hanno completato il podio delle polivalenti. 

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