Terra di mezzo e cerniera tra Alpi e Pianura Padana, le colline del Biellese ospitano a metà febbraio un trail “con vista” sulla primavera.
di Stefano Gatti
Gare pioniere a parte - quelle che già a gennaio fanno coraggiosamente capolino in calendario - il mese di febbraio segna il vero risveglio dei trailrunners, specialmente quelli che puntano alle lunghe ed alle lunghissime distanze della stagione calda. Come in tutte le imprese occorre però andare per gradi, ed è per questo che le colline dell’Alto Piemonte ospitano Winter Brich Trail, una prova disegnata tra boschi, vigneti e castelli. L’edizione numero undici fa campo base a Valdengo, è in programma domenica 13 febbraio ed offre a chi ama la corsa sui sentieri un punto d'osservazione privilegiato e panoramico sulla nuova stagione agonistica ed una bella chance di iniziare a scaldare il proprio "motore".
Per conoscere meglio il contesto di Winter Brich Trail, i luoghi nei quali si svolge e le motivazioni che ne stanno alla base ci siamo rivolti a Marco Macchieraldo, guida ambientale escursionistica e componente di un comitato organizzatore unito dalla passione per lo sport ma - prima ancora - per la propria terra: la sua natura, la sua storia, le sue tradizioni, i colori ed i sapori ma soprattutto la sua gente che - abitandola e vivendola nel quotidiano - se ne prende cura e provvede alla sua conservazione.
Marco, Winter Brich sta arrivando e non è solo una gara di trailrunning, ci pare di capire… Dove ci troviamo?
MM: Siamo nell’Alto Piemonte, in un ambiente collinare, ai piedi delle Alpi. Il novanta per cento del percorso è sterrato: si corre dentro boschi di faggi, betulle, pini, lungo i sentieri che venivano utilizzati dagli operai dei lanifici della zona per andare al lavoro: dalla frazione alla fabbrica e ritorno, perché strade non ce n’erano tante… I sentieri percorrevano le valli in direzione di Trivero (zona Oasi Zegna) o verso la Valle Cervo, dove si trovavano i lanifici più importanti. Le cinque valli biellesi erano ricche di fabbriche perché per la lavorazione della lana serviva l’acqua pura dei torrenti che scendono dalle Alpi. A Valdengo poi tutti lavoravano la terra: al mattino oppure al pomeriggio, a seconda dei turni in fabbrica. Non insomma non ci siamo inventati nulla. Siamo andati a riscoprire i sentieri lungo i quali si passava con le mucche, con i carri oppure in bicicletta. Spesso si trattava di percorsi ormai invasi dalla vegetazione, che noi abbiamo ripulito. Non solo in occasione della gara però, ma un paio di volte all’anno (e sono cinquanta chilometri di sentieri!) perché abbiamo bisogno che la gente li viva tutto l’anno, alimentando una frequentazione regolare e virtuosa. Tenete poi presente che la zona attraversata da Winter Brich (ci troviamo tra Gattinara e Biella) era un vigneto unico e pian piano i produttori vinicoli stanno tornando e tutte queste colline saranno ripiantumate a vigneto perché si è scoperto che gli stranieri vanno matti per il particolare sapore del vino (tipico di queste terre acide) che bevevano già i nostri nonni. Ad iniziare dal Nebbiolo, un tempo conosciuto con il nome di “Spanna”.
Il percorso della gara da 23 chilometri ha un dislivello di mille metri, circa la metà invece quello da 13 (450 metri) e si toccano un paio di castelli che erano dei punti d’osservazione a 360 gradi su pianura e montagne fin dai tempi antichi. Si parte dal Castello di Valdengo - molto strutturato - e poi si raggiunge il Brich di Zumaglia, dove se ne trova un altro, più essenziale nella sua architettura ma di grande suggestione. Essendo il Biellese esposto a sud, tutti i promontori erano punti di osservazione sulla pianura. “Brich” infatti, il termine locale che dà il nome al nostro evento, sta per “cocuzzolo”, il punto più alto di una collina, il culmine. Quello più indicato come punto di osservazione.
Come anticipato da Marco, le due prove principali sono quella da 23 chilometri (che scatta alle nove in punto di domenica 13 febbraio) e quella da 13 chilometri, al via trenta minuti più tardi. Ci sarà però spazio anche per chi non “brucia” necessariamente del sacro fuoco dell’agonismo (con una camminata non competitiva da nove chilometri) e per i trailrunners del futuro, con una prova cross country, come vedremo tra poco. Tanto lavoro per gli organizzatori: sia per via del contesto ambientale, sia per le caratteristiche multitasking dell’evento, sia per via dell’emergenza sanitaria.
MM: Inevitabilmente ci sarà un varco d’entrata per il controllo del green pass… Ci scoccia solo un po’ dover dare una bottiglietta di plastica ai ristori e le confezioni monouso, con un più alto rischio di dispersione di plastica nell’ambiente ma le "scope” in coda alla gara avranno il compito di ripulire tutto dopo il passaggio dell’ultimo concorrente… Speriamo anche nel meteo. Qui di solito a metà febbraio l’aria è sempre abbastanza… croccante e il terreno ghiacciato ma gli ultimi anni ha sempre fatto bel tempo. Abbiamo creato un piano sicurezza con il Soccorso Alpino che prevede vie di fuga ben studiate, perché gli incidenti che si sono verificati negli anni scorsi in alcune gare di trail ci hanno messo in allarme e quindi quest’anno ci siamo mossi per rispettare tutti i protocolli e non lasciare nulla di intentato. Abbiamo portato sul percorso i tecnici del Soccorso Alpino ed il personale della Croce Rossa (tre le ambulanze in servizio per la gara) per spiegare loro le varie vie di fuga e come raggiungere i punti critici del percorso.
Noi vogliamo che i nostri concorrenti siano tranquilli e si divertano. Devono tornare a casa con un sorriso. Intanto stiamo continuando a ricevere adesioni (sul portale Wedosport), anche dall’estero: dalla Spagna per esempio. Si stanno iscrivendo molti atleti che vengono da fuori regione, attirati anche dalla possibilità di raccogliere punti qualificanti per UTMB. Siamo già a quota duecento e il sold out per le due prove è fissato a quota 600. Potremmo andare oltre ma preferiamo fermarci… lì, per poter “coccolare” tutti. Winter Brich è nato una decina di anni fa (abbiamo saltato solo il 2020: nel 2021 è andata in scena la decima edizione) da un gruppo di amici ma ha fatto il salto di qualità quattro anni fa, proprio per adeguarsi all’aumentare degli iscritti, il cui numero crescente ha richiesto una gestione di portata più impegnativa.
Se per l’imminente undicesima edizione la strada è già tracciata (e prima ancora… il sentiero!), il pensiero deve già in qualche modo correre al futuro. L’idea del team organizzatore è quella di tenere ben saldo il legame con le proprie radici, senza al tempo stesso negarsi progetti di crescita che “puntellino” Winter Brich ed al tempo stesso gli diano uno slancio nuovo.
MM: Per il futuro ci piacerebbe aumentare il chilometraggio della prova. Non di tanto ma… quanto basta per raggiungere un paio di punti che vorremmo toccare, aumentando anche il dislivello. Magari seguendo un po’ l’esempio - per rimanere nelle nostre zone - del Trail del Monte Casto, una gara conosciuta e che piace. Dagli altri si può imparare molto. A me piace andare a dare un’occhiata alle altre gare qui intorno ma non solo, per capire certe scelte e prenderne esempio oppure magari… andare proprio nella direzione opposta! Non siamo però interessati a mettere in cantiere una versione estiva di Winter Brich ma semplicemente aumentare il chilometraggio della gara invernale. Però chissà, aspettiamo anche il feedback degli atleti… Già così però per noi è un bell’impegno: la preparazione della gara è iniziata già sei mesi fa… Avremo anche una camminata non competitiva da nove chilometri (dal dislivello contenuto: 150 metri D+, ndr), alla quale teniamo molto per il valore di aggregazione che permette di creare. E poi, il pomeriggio della vigilia (sabato 12) per la prima volta avremo una gara regionale FIDAL per ragazzi: la prima edizione del Cross di Valdengo, una prova di corsa campestre riservata alle categorie giovanili. Ci hanno chiesto di sostituire una prova che non è stato possibile organizzare a Biella. Con la… promessa però che la gara venga poi confermata per il prossimo anno e che non si tratti solo di una soluzione… d’emergenza! Perché per noi preparare il percorso di una gara di cross per trecento ragazzi non è uno scherzo!
Intanto per il 2023 speriamo di poter ripristinare il "terzo tempo" perché gli anni scorsi era uno dei momenti più apprezzati del nostro evento. Ci adeguiamo quest’anno per poter tornare a fare le cose in grande stile in futuro. Siamo stati tentati di mollare, poi però ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: Ma perché? La gente si aspetta che la organizziamo, vuole venire a correre ed allora… ci adeguiamo volentieri e cerchiamo di andare avanti. Bisogna avere del tempo da dedicare a questo tipo di impegni ma - quando il gruppo è unito - si cerca di andare avanti, lavorando insieme per superare i momenti difficili.