ULTRAMARATONA SOLIDALE

Duececentoventi chilometri in trentuno ore. La performance solitaria di Thomas Capponi

L'ultramaratoneta bergamasco racconta la sua avventura nella provincia italiana più colpita dalla pandemia

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La provincia di Bergamo è una delle più ricche di appassionati di running. Qualsiasi gara organizzata ... tra il Brembo ed il Serio - dalle più competitive alle "tapasciate" domenicali - raccoglie iscritti a migliaia, in ogni stagione dell'anno, Lo "stop" alle gare imposto  dalla pandemia non ha impedito a Thomas Capponi di lanciare un segnale di rinascita e di farlo nel modo più appropriato: correndo! Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua avventura.

L'Abbraccio di Bergamo, così ho chiamato il mio progetto, è nato dall'esperienza del lockdown, da una situazione drammatica. Ha voluto essere un messaggio di speranza, di forza e determinazione. 220 chilometri di corsa attraverso la provincia di Bergamo, la più colpita dall'emergenza sanitaria, completati in trentuno ore e diciannove minuti. Partenza all’alba dalla Piazza Vecchia di Bergamo Alta, arrivo il giorno dopo davanti all’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Una ultramaratona, che ha voluto andare al di là della prestazione atletica. Ho corso e camminato per mia passione e per un'iniziativa benefica: raccogliere fondi per l'ospedale appunto, luogo-simbolo della battaglia. Oltre che per il mio contributo ed per quello della mia squadra (i Runners Bergamo), l'iniziativa è andata a buon fine grazie quello di altri partecipanti, che si sono aggregati virtualmente: infatti, nei giorni dell'iniziativa, a fronte di un versamento, chi lo desiderava ha ottenuto il proprio pettorale virtuale, per poter correre come, quanto e dove voleva, nel pieno rispetto delle regole di distanziamento. Il risultato finale è andato oltre ogni più rosea aspettativa ed all'arrivo ho potuto consegnare ai dirigenti del Papa Giovanni XXIII un assegno di oltre cinquemila euro.

Il percorso prevedeva lo sviluppo lungo il confine della nostra provincia, con un giro ad anello, in senso antiorario. La mia idea era quella di sfruttare i confini naturali (fiumi, laghi, montagne, pianure) per abbracciare idealmente l'intero territorio e le persone colpite dal virus e dalle sue conseguenze dirette. Così da Bergamo ho corso verso la Bassa Bergamasca, per poi risalire il fiume Oglio, costeggiare il Lago di Endine, raggiungere le nostre montagne (le Orobie) passando da Clusone, valicando il Passo di Zambla e scendendo a San Giovanni Bianco, in Val Brembana, valicando poi il passo Culmine di San Pietro, spartiacque tra la provincia di Bergamo e quella di Lecco, con un breve passaggio nella cittadina lariana. Per proseguire poi verso sud sulle sponde dell'Adda e rientrare a Bergamo.

In questo lungo viaggio ho avuto dei supporters (amici e parenti) che mi hanno assistito ai cinque check-point prefissati (Palazzolo Sull'Oglio, Monasterolo del Castello, Clusone, San Giovanni Bianco, Lecco) e che mi hanno accompagnato per alcuni tratti del percorso. Ho voluto evitare appositamente la creazione di una staffetta collettiva: gli assembramenti erano vietati.

La tipologia del percorso è stato varia: pianura, salita, discesa, trail… Il meteo molto variabile: dal caldo della mattina nella Bassa, al temporale nella notte in Val Taleggio. Il fisico è stato messo a dura prova. I momenti di sconforto e di crisi sono stati tanti. Crampi e dolori muscolari sono ad un certo punto diventati la normalità. Ho cercato di gestirli, grazie all'esperienza accumulata nel corso degli anni, concentrandomi  sulla mia missione: arrivare a Bergamo!

Corro ormai da vent’anni che ed ho avuto la fortuna di partecipare a moltissime gare, in tanti posti, su diversi terreni. Mi sento però di dire che l'"Abbraccio di Bergamo" è stato qualcosa di totalmente diverso: vuoi per lo scarso allenamento causa lockdown, vuoi per la finalità, vuoi perché non avevo mai corso più di 170 chilometri di fila, all’UTMB (Ultra Trail du Mont-Blanc, ndr). Oltre che di un viaggio tutto attorno alla mia provincia, si è trattato anche un viaggio dentro me stesso, alla scoperta degli angoli più nascosti, quelli che raramente vengono messi in luce.

 

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