L'arrivo dell'ex tecnico azzurro scatena il livore dei tifosi che non dimenticano le sue dichiarazioni d'amore per il Napoli
di Andrea Cocchi© X
Come se non bastassero i problemi di campo e societari, ecco spuntare un grande classico: i tifosi. L'unica categoria, in un mondo che ha venduto l'anima al profitto (il solo dio accettato in una società mondana), che ancora sognano un calcio legato alle bandiere e alla coerenza. Quelli bianconeri non hanno dimenticato che Luciano ha un tricolore tatuato sul braccio, anche bello grosso, a ricordare lo straordinario scudetto conquistato con il Napoli. In più, ci sono la cittadinanza onoraria e le parole di amore eterno per una città e una squadra non proprio amica di quella che andrà ad allenare.
Obbiettivamente è difficile, dal punto di vista di chi ha un cuore tifoso, accettare che si possa passare con disinvoltura da una società a un'altra, specialmente quando c'è una forte rivalità in atto. I social, in queste ore, sono pieni di commenti al vetriolo sulla scelta di Spalletti. Chi ama non dimentica, così come chi odia. È bello che ci sia una componente del calcio che, nonostante tutto, abbia ancora un lato romantico. Però la realtà dei fatti è questa. C'è chi va in Arabia a 25 anni perché le cifre offerte da quel campionato in un anno superano quelle di un’intera carriera, e chi pensa, anche giustamente, all'occasione di guidare una squadra storica.
E le dichiarazioni? E i tatuaggi? Succede anche in amore, basti pensare a quanti lucchetti si sono ormai arrugginiti sui ponti di tutto il mondo, chiusi e dimenticati da chi giurava di rimanere insieme per tutta la vita. Certo, i tifosi bianconeri ne hanno viste un po' troppe in questi anni. Prima Sarri, considerato il grande nemico, a cui non è nemmeno bastato essere stato l'ultimo allenatore a vincere uno scudetto alla Juventus per essere apprezzato dai tifosi. Poi Thiago Motta, uno degli eroi del triplete dell'Inter, considerato troppo nerazzurro. Ora Spalletti, con tutto il suo imprinting napoletano.
Bisogna comunque considerare che la priorità è riportare la Juventus in alto. Il passato scala in secondo piano. I più bravi in giro, comunque, non andrebbero bene in ogni caso ai tifosi bianconeri. Basti pensare all'astio attuale nei confronti di Conte, l'allenatore che ha riportato la Juve sul tetto d'Italia dopo anni di digiuno. Spalletti avrà un tatuaggio galeotto ma, anche se non dovesse sostituirlo con una zebra, verrà perdonato se saprà riportare i bianconeri ai livelli più alti.