LA PRESENTAZIONE

Di Maria: "Il Mondiale? Testa solo alla Juve, impossibile dirle di no"

L'argentino: "Ho sentito Dybala e Buffon. Stavo per tornare in Argentina, ma..."

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Altro giorno trafficato tra i corridoi del quartiere generale juventino: a impreziosire l'inizio della settimana bianconera non è solo l'ufficialità del Pogba-bis, ma anche la conferenza stampa di presentazione di Angel Di Maria. El Fideo, svincolato dal PSG, ha firmato un contratto annuale da 5,5 milioni più 1,5 di eventuali bonus. "In Italia arriva lo stesso Di Maria di sempre. Elettrico, vuole vincere a tutti i costi. Quello a cui non piace perdere. Della Juve ho parlato soprattutto con Dybala; con Buffon ci ho parlato il giorno della firma, conosco le qualità di Pogba".

Vedi anche Di Maria è ufficiale, i tifosi: "Portaci la Champions" juventus Di Maria è ufficiale, i tifosi: "Portaci la Champions" La scelta della Juve, racconta Angel, è stata più facile di quello che si legge sui giornali: "Ad una squadra così importante come la Juve, che sta dietro di me per 40 giorni, è difficile quasi impossibile dire di no. Hanno aspettato che finisse il contratto, avevo tanta voglia di venire. Ho tardato a rispondere per questioni familiari, c’era la Nazionale, poi la vacanza. La mia idea era quella di tornare in Argentina ma nel calcio tutto cambia velocemente". Sempre sui giornali, si vocifera di un approdo bianconero più per convenienza - il giocatore vorrebbe rientrare tra i convocabili in vista dell'imminente Mondiale - che per scelta di cuore: "La mia testa ce l’ho alla Juve e basta. Sono venuto qui per vincere più titoli possibile, poi quando si parlerà di Nazionale ci penserò in quel momento". La testa dei tifosi invece, guarda al futuro. Il prolungamento per un altro anno in bianconero è un'opzione? "Non saprei nel calcio tutto cambia velocemente. Per il momento penserò solo a quest'anno".

La conferenza poi è svariata sulla tattica. Se il ruolo prediletto dal Fideo è "l'attaccante di destra, per accentrarsi e tirare col sinistro", il rapporto con mister Allegri è ancora tutto da scoprire: "Non abbiamo parlato di tattica, ora è solo questione di correre. La parte tattica verrà più avanti". C'è da dire che il mondo bianconero, soprattutto quello esterno alla Continassa, ha già accolto Di Maria a braccia aperte. Buffon lo ha addirittura paragonato a Maradona: "Diego è Diego, ovviamente. Ho un bel rapporto con Buffon, è una persona fantastica. Ci ho parlato il giorno in cui ho firmato. Lui ci teneva che venissi alla Juve. Però rimango con i piedi per terra, darò il mio meglio".

Il mercato però, è un ambiente selvaggio. Di Maria non parla de presunto interesse del Barcellona, e non dà molto spazio ai discorsi sulle altre pretendenti: "La Juve è l’unico club con cui ho parlato sin dall’inizio in modo più intenso. Oltre a questo Rui Costa del Benfica mi ha scritto, ma più in amicizia. La Juve mi ha cercato per 40 giorni: l’ho accettata per la grandezza di questo club". Sempre dal mercato, la squadra bianconera ha già pescato i rinforzi: "Sapevo poteva arrivare Pogba, conosco le sue qualità. Ci sono anche i giovani, che andranno aiutati". Tra i nomi che invece potrebbero ancora arrivare, anche il compagno al PSG Leandro Paredes: "Lui in realtà ha già giocato in Italia, sa già com'è. Io sono suo amico, ma parliamo più di famiglia".

El Fideo non vede l'ora di rivestire il ruolo di leader, soprattutto per il gran peso dei giovani in rosa: "Sono veramente contento di avere vicino giocatori di grande qualità come Chiesa e Vlahovic. Daranno tanto a questa squadra. La Juve sta facendo un investimento sui giovani e a me piace lavorare molto con loro. Infondere la mentalità vincente è importante, soprattutto in Champions. E la Juve mi ha scelto per questo". Sulla Juve, nei caldissimi giorni di trattativa, Di Maria ha fatto più di una telefonata a una vecchia conoscenza. "Ho parlato soprattutto con Paulo Dybala. Mi ha detto che si tratta di una squadra importante ma che allo stesso tempo è come una famiglia. E in effetti è così. Mi hanno trattato molto bene. Molti compagni ci tenevano che venissi".

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