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Inter, chi dopo Calhanoglu? L'erede perfetto secondo dati e statistiche: da Rovella a Stiller

L'addio al turco sembra ormai cosa certa: su chi dovrebbero puntare i nerazzurri? Proviamo a capirlo con un'analisi numerica

di Francesco Lommi
02 Lug 2025 - 13:44

Un'eredità pesantissima. Hakan Calhanoglu dopo la bufera di Charlotte nel post Inter-Fluminense ha un piede e mezzo fuori dall'Inter. Difficile, forse impossibile, ricucire un rapporto, quello con spogliatoio e dirigenza, che sembra ormai arrivato al capolinea. E allora per Marotta e Ausilio all'orizzonte si intravede l'arduo compito di sostituire un calciatore che, per caratteristiche tecniche e centralità nel gioco nerazzurri, per lunghi tratti delle passate stagioni è sembrato insostituibile. Dati e statistiche alla mano, proviamo a capire quale potrebbe essere l'erede ideale di Calha.  

NICOLÓ ROVELLA

Uno dei nomi più in alto nella lista delle preferenze per il post Calha è sicuramente Nicolò Rovella. Italiano, classe 2001 ma con già 130 presenze in Serie A, il play della Lazio è un profilo che piace in viale della Liberazione. Piace così tanto che l'Inter avrebbe presentato un'offerta da 35 milioni più Asllani per convincere Lotito a lasciarlo partire. Le ragioni per cui i nerazzurri si sarebbero spinti così in alto si intuiscono chiaramente dai dati: Rovella e Calhanoglu hanno uno stile di regia molto simile. Tolto l'aspetto offensivo, in cui il turco è superiore quasi in tutto, sono tanti i parametri che si somigliano: dalla percentuale di passaggi completati (intorno al 90 per cento) ai lanci lunghi tentati, fino alle verticalizzazioni (5, 26 a partita contro le 8 di Calha). Rovella rappresenta sicuramente un tipo di play più conservativo, come si evince dai dati su scivolate e palloni intercettati, anche se perde quasi il 50% di duelli, aspetto su cui l'italiano deve crescere molto. La valutazione da 50 milioni di euro lo rende un obiettivo complesso.

© datamb football

© datamb football

EDERSON

Un altro nome apprezzato in casa Inter è quello di Ederson. Il brasiliano dell'Atalanta nell'ultima stagione si è consacrato come uno dei migliori centrocampisti della Serie A e, secondo quanto riportano diverse fonti, i nerazzurri l'avrebbero inserito nella lista dei possibili eredi di Calhanoglu. Nelle ultime due stagioni con Gasperini, Ederson non ha fatto proprio il play, avendo più compiti da centrocampista incursore box to box. E i suoi dati infatti confermano: il brasiliano è indietro nel numero di passaggi tentati e nei lanci lunghi. Come Rovella, rispetto al turco pecca nei passaggi progressivi e in quelli chiave (rispettivamente 6,75 e 1,16 a partita). Ederson è un giocatore completo, ma scegliere lui (oltre a richiedere un esborso intorno ai 60 milioni) vorrebbe dire cambiare totalmente il tipo di regista, ancor più di quanto detto per Rovella.  

© datamb football

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ANGELO STILLER

Un nome che affascina i tifosi nerazzurri è quello di Angelo Stiller. Tedesco, 24 anni, Stiller nelle ultime due stagioni è stato il faro del centrocampo dello Stoccarda, trascinato fino in Champions League e alla vittoria della coppa di Germania, tanto da guadagnarsi anche le prime chiamate in nazionale. In Germania lo definiscono il nuovo Toni Kroos. Si tratta di un play tecnico e offensivo: contrariamente a quanto detto per Rovella, Stiller nel confronto con Calha eccelle in dati come passaggi chiave, passaggi progressivi (dato in cui rientra nel 99esimo percentile confrontato ai pari ruolo), ovvero quelle imbucate che superano le linee avversarie e mettono i compagni in condizione di calciare (quasi 4 di media ogni 90 minuti) spesso da dentro l'area di rigore (1,64 volte a partita). Caratteristiche che gli hanno permesso di toccare quota 11 assist tra tutte le competizioni in questa stagione. Lato interdizione il tedesco è più o meno sul livello di Calhanoglu ma inferiore a Rovella ed Ederson. Lo Stoccarda, forte di un contratto rinnovato a gennaio fino al 2028, non lo lascerà partire a cuor leggero: anche lui ha una valutazione intorno ai 45 milioni. 

© datamb football

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ALEIX GARCIA

Un nome ancora fuori dalle voci di mercato ma che, dati alla mano, sarebbe una buona soluzione per raccogliere l'eredità di Calhanoglu è Aleix Garcia del Bayern Leverkusen. Spagnolo, 28 anni, i dati di Aleix Garcia si avvicinano molto a quelli di Calhanoglu. Come tipo di regista rientra nella stessa cesta di Stiller: trequartisti prestati al ruolo di play. A confermare questa tendenza sono i passaggi chiave (quasi due a partita), quelli nell'ultimo terzo di campo (quasi nove) e quelli progressivi (7,41 ogni 90 minuti). Garcia però pecca molto in fase difensiva: sommando tackle e recuperi non arriva a due per partita, caratteristica che lo differenzia molto da Calha e dagli altri candidati. Il suo prezzo però sarebbe abbordabile: secondo Transfermarkt si attesterebbe intorno ai 20 milioni di euro. L'età, "avanzata" per le ormai famose politiche Oaktree, e le lacune difensive suggerirebbero che non sia lui il profilo giusto. Ma spesso sul mercato, senza budget infiniti a disposizione, bisogna fare di necessità virtù. 

© datamb football

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LA SOLUZIONE INTERNA: BARELLA

Registi del livello di Calhanoglu in circolazione ce ne sono pochi e quei pochi che ci sono costano molto. Non è quindi da escludere che possa essere Chivu a trovare una soluzione con i giocatori che ha già a disposizione. Come del resto era successo nel 2023 con l'addio di Brozovic: il vuoto lasciato dal croato fu riempito proprio dal turco, mai impiegato da play fino a quel momento della sua carriera. L'intuizione di Inzaghi risolse il problema. Oggi, il giocatore che per caratteristiche ed esperienza potrebbe reinventarsi regista è Nicolò Barella. Nel primo tempo contro il Fluminense l'ex Cagliari ha dimostrato grande facilità (e precisione) nei cambi gioco, la visione non gli è mai mancata e sicuramente a livello di interdizione è già superiore a Calha. Una trasformazione che non sarebbe poi neppure così traumatica: è ormai da più di una stagione che il Barella incursore ha lasciato posto alla versione palleggiatore/equilibratore. Il salto da mezz'ala destra a vertice basso potrebbe dunque non essere così traumatico. 

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