L'INTERVISTA

Buffon: "Potrei anche smettere, i dubbi dei tifosi mi hanno spinto a lasciare"

Il portiere ripercorre la sua carriera alla Juve ma non scioglie i dubbi sul futuro: "Ho bisogno di staccare"

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"Cosa farò adesso? Ho bisogno di staccare, non voglio pentirmi di qualunque scelta farò. Oggi sono felicissimo, posso anche smettere, penso di aver fatto abbastanza nella mia carriera". Gigi Buffon si racconta in una lunga intervista a JTV, in cui ripercorre tanti momenti della sua vita in bianconero e non scioglie i dubbi sul suo futuro dopo la decisione di lasciare la Juve. Anche se ha già escluso di restare in Italia nel caso decidesse di continuare.  "La vittoria in Coppa Italia è stato un bel finale, viene suggellato un fine rapporto con una bellissima vittoria e grandissime scene di empatia ed amicizia tra me e i miei compagni. È stato da parte mia un addio molto sereno". Il momento più bello e quello più brutto: "Il più felice a Trieste, quando ho vinto lo scudetto con Conte. Era la chiusura di un cerchio che ha dato forza alle mie scelte da giocatore. Ho sposato la causa perchè ci credevo, perchè potevo tornare a vincere con la Juve. Qualche pensiero di andare via nel 2006 mi era venuto, ma poi la vita mi ha ridato tutto. Il più doloroso a Cardiff, non per la sconfitta, ma perchè ci siamo disgregati nel secondo tempo. Abbiamo dato l'impressione di non essere competitivi al massimo livello. Mi ha fatto male, anche per orgoglio. Altra cosa che mi ha fatto male è stata l'eliminazione a Madrid".

Sul ritorno alla Juve dopo l'esperienza al Psg: "All'inizio non ero molto convinto, avevo l'opportunità di fare la Champions in buone squadre, poi ho pensato ai 41 anni, ai possibili problemi fisici e mi sono detto di entrare nell'ordine di idee di agevolare la situazione familiare e tornare. C'era anche l'opportunità di tornare con i ragazzi, chiudere un cerchio e poi probabilmente smettere di giocare. Questa esperienza mi ha insegnato tanto, il rispetto e la stima dei compagni e per i compagni, lo rifarei".

Poi una punta di amarezza: "Cos'è la Juve per me? Qualcosa che è come un master di calcio. Mi sento fortunato, più di così non potevo avere. Una cosa che mi ha disturbato è stato però che l'entusiasmo della squadra quest'anno è venuto un po' meno con le prime difficoltà. I veri tifosi non devono affossare la squadra alla prima difficoltà. Mi hanno disturbato anche i commenti sul mio impiego contro il Barcellona: 'Gioca Buffon perchè è amico di Pirlo'. Regali non ne voglio, sentire che qualcuno dubitava mi ha spinto a lasciare la Juve. È comunque normale perchè la gente ha anche bisogno di vedere giocatori nuovi e situazioni nuove". 

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