FORMULA 1, LA SFIDA

GP Abu Dhabi: Verstappen "contro" Hamilton, teorie del caos ed "effetto farfalla" sulla sfida iridata

Dopo ventuno rounds senza esclusione di colpi, la sfida tra i due pretendenti al titolo si risolve in un gran premio... senza paracadute.

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Le "scorie" di Jeddah faranno sicuramente sentire le loro conseguenze sul capitolo finale del confronto a muso duro tra Max Verstappen e Lewis Hamilton ma - altrettanto certamente - a Yas Marina andrà in scena quello che possiamo definire un "Mondiale in un giorno", o meglio in una notte. Si riparte (al semaforo da zero) e si chiude - 55 giri più in là con un nuovo (forse) campione del mondo. Senza rete e senza paracadute, nessun errore perdonato o rimediabile, fin dal primo turno di prove libere.

No, non ci stiamo dimenticando del piccolo grande vantaggio iniziale di Max Verstappen, quel GP vinto in più che permetterà all'olandese di spuntarla in caso di "nulla di fatto" per lui e per Lewis o nel caso di un incidente o di un episodio controverso tra i due. Ci siamo capiti, se ne parla forse fin troppo, anche se più che comprensibilmente. Qui però parliamo d'altro, proviamo a leggerla in un altro modo e - per farlo - scomodiamo la scienza. Piuttosto... liberamente!

"In matematica e fisica l'effetto farfalla è una locuzione che racchiude in sé la nozione maggiormente tecnica di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali, presente nella teoria del caos. L'idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema" (dal web).

Effetto-farfalla sul Mondiale? Forse sì perché la sfida tra il sette volte iridato ed il pilota che punta a mettere fine al suo regno (poi per Lewis sarebbe molto difficile riprende il filo del discorso)  non si deciderà tra il tramonto e la prima serata di Abu Dhabi, "da qualche parte" tra il primo ed il cinquantacinquesimo giro del capolinea mondiale. Molto prima invece, nei due giorni di prove  e magari fin dai primi giri di ruote del primo turno di prove libere. Qualsiasi problema tecnico (anche piccolo), qualsiasi errore (anche minimo) implicheranno conseguenze potenzialmente grandi sull'esito prima delle qualifiche e poi del gran premio. "Piccole variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema". La teoria del caos, appunto.

Un Gran Premio senza paracadute insomma, nessuna chance di rimediare nel GP successivo, nei tre successivi, nei prossimi dieci. Un Mondiale che riparte da zero, una sfida da "o la va o la spacca", sperando che vada (come deve andare ma che vada, fino al traguardo) e che invece... non spacchi!

State già pensando a mettervi comodi domenica alle quattordici per godervi l'ennesimo "match" tra Verstappen ed Hamilton? Fate bene e, a pensare male, il più delle volte ci si prende. Meglio però stare con  le antenne dritte fin dal venerdì mattina. Incidenti, contrattempi, noie tecniche, mezz'ore di prove perse o magari un'intera sessione, penalità in griglia. Questa volta più che mai lo schieramento di partenza sarà figlio dei tre turni di prove libere e padre della gara stessa. Teoria del caos ed effetto farfalla. Vietato sbagliare, da subito: per Max, per Lewis e per le rispettive squadre!

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