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il ricordo

Dal volante alla telecamera: Andrea de Adamich, un Grand Prix lungo una vita

Dopo i successi sportivi, Andrea era rimasto sulla cresta dell'onda come giornalista e imprenditore 

di Stefano Gatti
05 Nov 2025 - 11:37

Tredici anni di carriera nel motorsport, altri trentacinque da personaggio televisivo, per l'appuntamento fisso della domenica ora di pranzo alla guida - o meglio alla conduzione - del magazine "Grand Prix". Andrea de Adamich ha lasciato il segno e "sgommate" precise e perfettamente controllate sull'asfalto sia dietro al volante di una macchina da corsa, sia davanti alla telecamera di uno studio televisivo, ma anche al microfono, nella cabina di commento dei Gran Premi di Formula Uno su Italia 1 e le altre reti di Fininvest/Mediaset, come pure del Mondiale Prototipi e della 500 Miglia di Indianapolis. Il ricordo (anche personale) di Andrea porta subito in primo piano queste immagini, che parlano di tempi ormai lontani del mondo delle corse e di un'epoca quasi altrettanto "datata" del mondo della comunicazione, della quale però il presente del motorsport e della televisione spesso sono eredi e forse debitori, cosiccome ai valori e ai principi di persone come Andrea. Con un'importante collegamento tra sport del rischio (quello praticato da Andrea sulle piste di tutto il mondo) nella prima parte della sua vicenda sportiva (e umana, si capisce) e - in anni più recenti - l'attività imprenditoriale dal risvolto etico affatto secondario: quello per il miglioramento della sicurezza stradale attraverso una maggiore consapevolezza (e coscienza) dell'esperienza di guida sulle strade di tutti i giorni: un impegno premiato nel 2002 con il conferimento a de Adamich del titolo di Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Da sempre basato negli spazi dell'Autodromo "Riccardo Paletti" di Varano de' Melegari, è proprio attorno al... Centro Internazionale di Guida Sicura che è ruotata fin dai primi anni Novanta del secolo scorso l'attività di Andrea De Adamich, morto oggi 5 novembre a 84 anni. Più ancora, però, l’ex pilota triestino di Formula Uno, Prototipi e vettura GT e Turismo era noto al grande pubblico per la sua attività di giornalista, conduttore televisivo e telecronista iniziata sul finire degli anni Settanta, una volta chiusa la sua carriera al volante: quella in Formula Uno con il drammatico incidente del 1973 a Silverstone e quella nel Mondiale Marche con Alfa Romeo l'anno dopo.

Un'attività che lo ha portato a diventare un punto di riferimento degli appassionati per la sua abilità comunicativa, la capacità (basata sull'esperienza diretta) di fare opinione o semplicemente spiegare i risvolti più tecnici di un singolo episodio di gara come anche quelli più finemente psicologici propri del pilota: con equilibrio ed equidistanza, spesso portando alla luce e sottolineando dettagli precisi o sfumature di pensiero sfuggite ai più.

Qualcosa di cui possiamo andare fieri di avere avuto il privilegio di fare esperienza diretta, a stretto contatto professionale per quasi trentanni, dal 1986 al 2012, ultimo anno di messa in onda di "Grand Prix", per tanti anni (e tante stagioni televisive) programma di punta dello sport sulle reti Fininvest prima e poi Mediaset, curato dalla Redazione Motori. Facendo tesoro del rigore professionale (al limite della durezza) di Andrea, con il quale abbiamo condiviso migliaia di ore di lavoro in comune in redazione, nella regia e negli studi televisivi, ma soprattutto nella cabina di commento dei Gran Premi di Formula Uno del Mondiale del 1988: quello della prima sfida tra Ayrton Senna ed Alain Prost, del primo titolo di “Magic” e della straordinaria doppietta della Ferrari nel Gran Premio d’Italia a Monza con Berger e Alboreto, nemmeno un mese dopo la scomparsa del suo fondatore.

Un punto di riferimento professionale del quale ricordiamo l'immancabile cortesia, il senso del profondo rispetto per il lavoro altrui e la stima reciproca, nata fin dalla prima occasione, nel lontano 1985: un incontro sulla sicurezza stradale in un istituto scolastico nel centro di Milano, agli albori di un impegno imprenditoriale ma al tempo stesso civile che - al di là dei successi sportivi e televisivi - resta indubbiamente l'eredità più importante di Andrea de Adamich.

Addio ad Andrea de Adamich: pilota e volto tv di Mediaset

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© Centro Internazionale Guida Sicura
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