In Brasile Kimi ha mostrato i muscoli, se ne è accorto anche Verstappen
© Getty Images
Ha lasciato San Paolo con venticinque punti in più in classifica, Andrea Kimi Antonelli: il bottino che spetta al vincitore insomma. Sì ma spalmato su due giorni e su due gare: la Sprint del sabato e il Gran Premio domenicale. Almost... but not quite: quasi ma non del tutto, come deve aver pensato lui stesso al termine di un fine settimana da protagonista assoluto (secondo solo a Lando Norris, in entrambi i formati di gara) e come ha ricordato - a Kimi per primo e poi ai microfoni - Toto Wolff: "Il weekend perfetto è quello nel quale vinci la corsa o magari il titolo iridato". Un avvertimento a tenere i piedi per terra ma al tempo stesso una sorta di profezia da parte del plenipotenziario Mercedes che con il suo diciannovenne pilota italiano sembra avere ormai un rapporto padre-figlio.
© Getty Images
La svolta è sotto gli occhi di tutti: è iniziata dopo la pausa estiva ed è salita di tono negli ultimi due Gran Premi - Messico e Brasile - ulteriormente sottolineata dal confronto interno con George Russell che probabilmente nella parte centrale della stagione era convinto di aver messo al suo posto AKA (anche in occasione del primo podio di quest'ultimo in Canada George aveva fatto meglio) e sembra ora soffrire (a tratti in modo un po' scomposto) la progressione recente di Antonelli. Russell resta un validissimo termine di paragone per il "nostro" e la sfida interna - destinata a restare nei termini della correttezza visto che parliamo di due tanto determinati quanto equilibrati - non può che esaltare entrambi e fare il gioco delle ambizioni Mercedes che vede la sua power unit vincere sì ma quasi sempre sulla McLaren.
© Getty Images
Intanto Kimi viaggia spedito verso un finale di campionato potenzialmente esaltante. Ad inizio stagione lo avevamo pronosticato vincitore del suo primo GP entro l'anno: almost but not quite, ci siamo quasi. Oltretutto AKA si è portato in zona-pericolo... per Lewis Hamilton: ventisei punti li separano (al momento a favore del ferrarista) nella corsa al sesto posto della classifica generale e l'inerza è tutta dalla parte dell'italiano. I big insomma "sentono" AKA. e in un certo senso iniziano a temerlo, o meglio a rispettarlo. Se ne è accorto anche Max Verstappen che ne finale era convinto di poter fare un sol boccone della Mercedes numero dodici e invece no. Come pure Charles Lerclerc che ha "punzecchiato" l'italiano per lo strike alla ripartenza che gli è costato il ritiro, proprio come era avvenuto a fine estate a Zandvoort. È anche un confronto generazionale, indicatore del "ricambio" in corso e che riguarda anche Oliver Bearman, Isack Hadjar e Gabriel Bortoleto. Eppure non tutti- anche nelle alte sfere - sembrano averlo compreso bene, se per il suo esordio nel Mondiale Cadila sceglie Valtteri Bottas e Sergio Perez, due ottimi piloti che però hanno fatto il loro tempo.