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DICHIARAZIONI

Per Filosa (Stellantis) il problema non è la Cina ma l'Europa

Il CEO di Stellantis, Antonio Filosa, rassicura sul futuro degli stabilimenti italiani e chiede a Bruxelles regole più pragmatiche: “non è la Cina a minacciare l’industria europea, ma le norme troppo restrittive"

di Redazione Drive Up
28 Ott 2025 - 08:33
 © Getty Images

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COSA SAPERE
 
- ANTONIO FILOSA CONFERMA L'IMPEGNO DI STELLANTIS IN ITALIA
- CRITICA LE NORME EUROPEE, GIUDICATE TROPPO RESTRITTIVE
- IL VERO OSTACOLO NON È LA CINA MA LA BUROCRAZIA

Durante una recente intervista in TV, Antonio Filosa, amministratore delegato di Stellantis, ha voluto chiarire una volta per tutte la posizione del gruppo nei confronti dell’Italia: "il nostro impegno con il Paese non è in discussione. L’Italia è al centro del nostro progetto strategico e lo dimostriamo con i fatti". Tra questi, Filosa ha citato l’avvio della produzione della Jeep Compass a Melfi e della Fiat 500 ibrida a Mirafiori, due tasselli cruciali di un piano industriale che, ha precisato, "non prevede alcun ridimensionamento e assegna una missione produttiva chiara a ogni stabilimento italiano".
Impegno italiano
Il gruppo sta investendo 2 miliardi di euro solo in Italia nel corso di quest’anno, acquistando inoltre 6 miliardi di euro in componenti e servizi da fornitori italiani. Tuttavia, Filosa ha sottolineato che per consolidare questi risultati serve “la seconda parte” dello sforzo: una revisione urgente delle normative europee, considerate troppo rigide e scollegate dalla realtà del mercato. Secondo il manager, la vera sfida non arriva dalla Cina, ma da Bruxelles: "non sono i costruttori cinesi il problema, ma le regole europee che stanno indebolendo l’industria automobilistica del continente". Filosa invoca una “neutralità tecnologica” e politiche che favoriscano il rinnovamento del parco circolante, oggi composto da 256 milioni di vetture, di cui 150 milioni con più di 12 anni di età. Serve anche, ha aggiunto,  un’attenzione particolare per le vetture piccole e una revisione dei target sulle emissioni dei veicoli commerciali, attualmente “irraggiungibili”.
Più facile negli USA
Con un paragone diretto con gli Stati Uniti, Filosa ha evidenziato la differenza di approccio: "oltreoceano hanno riscritto le regole con pragmatismo, restituendo ai cittadini la libertà di comprare l’auto che vogliono. In Europa, invece, la libertà di scelta è limitata da norme troppo restrittive". A complicare ulteriormente la competitività del settore in Italia, c’è anche il costo dell’energia: "in Spagna un megawatt costa tra i 70 e gli 80 euro, mentre in Italia supera i 180. È un problema che stiamo affrontando con il governo, che si è mostrato ricettivo e disponibile al dialogo". Un messaggio chiaro, quello di Filosa: Stellantis mantiene salde le proprie radici industriali in Italia, ma senza un cambio di passo da parte dell’Unione Europea, il futuro dell’automotive continentale rischia di restare imbrigliato in una burocrazia che non tiene più il passo con la realtà.

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