La Commissione Europea cambia passo sulla transizione energetica: Ursula von der Leyen apre ai biocarburanti e agli e-fuel come parte integrante della strategia per ridurre le emissioni
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Bruxelles apre una nuova fase nella transizione automobilistica. Per la prima volta, la Commissione Europea riconosce ufficialmente il potenziale dei biocarburanti avanzati come parte della strategia per ridurre le emissioni di CO₂ nel trasporto su strada. È quanto emerge dalla lettera inviata da Ursula von der Leyen ai leader dei 27 Paesi dell’Unione in vista del Consiglio europeo di Bruxelles, dove il tema della competitività industriale e della transizione verde sarà al centro del dibattito.
Ripensare la transizione
La presidente della Commissione ha sottolineato l’intenzione di “valutare il ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni nella transizione verso un trasporto su strada a zero emissioni oltre il 2030, come gli e-fuel e i biocarburanti avanzati”, ribadendo la volontà di “restare fedele al principio di neutralità tecnologica ed efficienza dei costi”. Si tratta di un segnale politico importante, che potrebbe aprire la strada a una revisione delle regole sullo stop alle auto con motore termico previsto per il 2035.
Revisione in vista
La seconda novità riguarda proprio i tempi: la revisione del regolamento sulle emissioni di CO₂ sarà anticipata. Invece del 2026, la Commissione intende completare la valutazione d’impatto e presentare le nuove linee guida entro la fine del 2025. L’obiettivo è chiaro: accelerare la definizione di una strategia industriale coerente con gli obiettivi climatici, ma anche con la realtà produttiva europea. “Questo è il momento di dare un chiaro segnale politico per orientare gli investimenti e l’innovazione verso i settori in cui possiamo diventare leader mondiali”, ha dichiarato von der Leyen, anticipando anche un futuro “Industrial Accelerator Act” dedicato alle industrie ad alta intensità energetica e alle tecnologie pulite.
Non solo elettrico
Il dibattito politico e industriale è aperto. Dopo mesi di pressioni da parte dell’industria automobilistica e dei governi più scettici verso l’elettrico puro, la posizione della Commissione sembra allinearsi a quella di Paesi come l’Italia, la Germania e la Repubblica Ceca, che chiedono di riconoscere il ruolo dei carburanti rinnovabili nel percorso di decarbonizzazione. L’ipotesi di riaprire alla vendita di auto ibride alimentate con biocarburanti a basse emissioni – anche dopo il 2035 – non appare più così remota.
Cambio di passo
L’apertura di Bruxelles segna dunque una svolta culturale prima ancora che politica. Dopo anni in cui la transizione verso l’elettrico è stata considerata l’unica via percorribile, l’Europa sembra pronta a riconsiderare il valore delle alternative a basse emissioni, puntando su una visione più realistica e inclusiva. In gioco non c’è solo il futuro dell’automobile, ma anche quello della competitività industriale europea. La neutralità tecnologica torna così al centro del dibattito, con la prospettiva di una mobilità sostenibile davvero plurale: elettrica dove possibile, ibrida e alimentata da biocarburanti dove necessario. Una transizione meno ideologica e più concreta, capace di conciliare ambiente, industria e libertà di scelta.