Il SUV di successo passa alla piattaforma STLA Medium e segna un nuovo capitolo industriale per lo stabilimento lucano
di Redazione Drive Up© Ufficio Stampa
La nuova Jeep Compass ricomincia dall'Italia. Lo stabilimento Stellantis di Melfi ha avviato ufficialmente la produzione della nuova generazione del SUV compatto, già ordinabile e con le prime consegne previste per l’inizio del 2026. Per la fabbrica lucana si tratta di un ruolo sempre più strategico, perché oltre alla Compass ospiterà anche la nascita di modelli di grande importanza come la futura Lancia Gamma e la DS N°7, mentre dalle sue linee prende già vita la DS N°8, gemella tecnica della prossima ammiraglia torinese.
Due motorizzazioni
La nuova Compass si presenta al debutto con due motorizzazioni. La prima è un 1.2 mild hybrid a benzina da 145 cavalli, pensata per chi cerca la continuità con le soluzioni tradizionali e costi di utilizzo contenuti. La seconda è l’elettrica da 213 cavalli, dotata di una batteria da 74 kWh che promette autonomia e prestazioni in linea con le esigenze di chi vive la città ma non rinuncia ai lunghi tragitti. Il 2026 porterà un ampliamento della gamma: arriverà la nuova e-Hybrid plug-in da 195 cavalli capace di viaggiare per circa 80 chilometri in modalità elettrica, insieme a versioni a zero emissioni di fascia più alta, tra cui una variante a trazione integrale da 375 cavalli con autonomia prevista fino a 650 chilometri.
Made in Italy
Nel 2014, la fabbrica di Melfi è diventata la prima a produrre Jeep fuori dal Nord America: inizialmente la Renegade, poi la Compass, comprese le versioni ibride plug-in che hanno permesso al marchio di mettere un piede nel nuovo mercato elettrificato. La linea è pensata per adattarsi al mercato: se domani la domanda virasse di colpo sull’elettrico puro, Melfi potrebbe produrre solo BEV. Dentro la fabbrica, l’esperienza media dei lavoratori supera i vent’anni. Eppure le tecnologie non mancano: laser che misurano la carrozzeria al millimetro e sensori che controllano perfino i profili delle portiere, in una sorta di sorveglianza continua della qualità.
Produzione sostenibile
Il tema ambientale non è un ornamento. La verniciatura, notoriamente uno dei processi più energivori e impattanti dell’intero ciclo produttivo, viene gestita con un sistema chiamato 4-Wet, che elimina un passaggio e riduce emissioni e consumi. Nel frattempo il sito punta a produrre da sé, entro il 2030, il 70% dell’energia necessaria: pannelli solari, mini-eolico, perfino biometano ottenuto dai rifiuti agricoli locali.
Si parte da meno di 40 mila euro
Il listino si apre con l’allestimento Altitude, che parte da 39.900 euro e offre già un equipaggiamento ricco, con cerchi in lega da 18 pollici, fari a LED, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, climatizzazione bizona e un abitacolo digitale con strumentazione da 10,25 pollici e maxi display centrale da 16 pollici. La versione elettrica aggiunge dettagli più raffinati, come cerchi diamantati da 19 pollici e sospensioni posteriori multilink, con un prezzo d’ingresso fissato a 47.900 euro. La First Edition rappresenta invece il vertice del comfort e della tecnologia con contenuti aggiuntivi dedicati a illuminazione, infotainment e design, rispettivamente a 41.900 euro per la mild hybrid e 49.900 euro per la BEV. Per Stellantis Melfi è un tassello fondamentale di un piano industriale che vuole consolidare il ruolo dell’Italia come uno dei poli produttivi più avanzati d’Europa.